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Omicidio Bovisio Masciago, la Procura: “Stella Boggio non ha ucciso il compagno per legittima difesa”

La Procura di Monza chiede che Stella Boggio lasci gli arresti domiciliari per tornare in carcere, sostenendo la tesi dell’omicidio commesso con dolo eventuale e non quella dell’eccesso colposo di legittima difesa (ammessa invece dal gip dopo l’udienza di convalida dell’arresto).
A cura di Francesca Del Boca
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Non più legittima difesa. Nelle ipotesi degli inquirenti sta sempre di più prendendo piede l'idea che Stella Boggio, 33 anni, non abbia ucciso il compagno Marco Magagna per proteggersi da una brutale aggressione casalinga. Per questo la procura di Monza chiede oggi che la donna lasci gli arresti domiciliari per tornare in carcere, sostenendo la tesi dell’omicidio commesso con dolo eventuale e non quella dell’eccesso colposo di legittima difesa, ammessa invece dal gip dopo l’udienza di convalida dell’arresto. L’atto di appello contro il provvedimento del gip Marco Formentin verrà così presto discusso davanti ai giudici del Riesame a Milano.

Marco Magagna
Marco Magagna

Lo scorso 7 gennaio la donna, dopo aver colpito il partner Marco Magagna con un coltello da cucina nella mansarda di via Tonale a Bovisio Masciago (Monza e Brianza), dove i due convivevano da pochi mesi, aveva chiamato il 112 e si era consegnata ai carabinieri. A loro aveva raccontato di aver affondato la lama nel petto del compagno, uccidendolo, per difendersi dall'ennesima aggressione avvenuta in casa ("Temevo per la mia vita, non ce la facevo più", le sue parole). Una versione che, però, al momento è ancora tutta da verificare: sarebbe anzi stata proprio Stella Boggio ad ammettere di aver ferito già una volta il compagno a fine dicembre 2024, come già riferito da numerosi testimoni.

Che il rapporto tra i due non fosse sereno, del resto, è già stato confermato da conoscenti e vicini. "Sentivamo le urla, litigavano di continuo", hanno raccontato gli altri inquilini del palazzo di via Tonale, esasperati al punto da aver inviato una segnalazione all'amministratore di condominio. "Ma Marco non era violento, e non lo sarebbe mai stato con lei", si fanno avanti oggi gli amici dell'impiegato 38enne. "Aveva deciso di non denunciarla, le voleva risolvere la vita. Era lei a essere gelosa, aggressiva. Ha un figlio di otto anni che non vive con lei, era una ragazza complicata", sempre le testimonianze delle persone vicine a Marco Magagna.

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