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Offrono un caffè a Massimo Riella, evaso dal carcere: finiscono a processo per favoreggiamento

L’uomo evaso dal carcere nel marzo del 2022 è Massimo Riella, in cella perché ritenuto responsabile di una rapina. Durante la sua fuga nei boschi del Comasco avrebbe ricevuto l’aiuto di molte persone.
A cura di Fabio Pellaco
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Massimo Riella (Facebook)
Massimo Riella (Facebook)

Chi avrebbe mai detto che offrire un caffè potesse costare un processo. È accusata di favoreggiamento la coppia che ha accolto nella propria casa un uomo. La persona in questione era però Massimo Riella, evaso durante un permesso di uscita dal carcere solo poche ore prima.

Riella era evaso durante un permesso

Massimo Riella si trovava in carcere perché ritenuto responsabile di una rapina aggravata ai danni di una coppia di anziani avvenuta nel dicembre 2021. Il 12 marzo scorso era evaso dopo aver ottenuto il permesso di andare a visitare la tomba della madre. Una volta arrivato, senza manette e appena sceso dal furgone della Polizia Penitenziaria che lo aveva condotto fino al cimitero di Brenzio, nel Comasco, ha aggredito gli agenti e si è dato alla fuga.

Secondo quanto ricostruito, l'uomo avrebbe avuto attorno a sé una rete di persone che lo avrebbe aiutato e protetto. Anche la figlia del 48enne aveva detto a Fanpage.it: "Se c'è un'intera valle che lo copre vuol dire che è una brava persona".

Due coniugi a processo per averlo ospitato

Il sostituto procuratore di Como, Alessandra Bellù, ha avanzato nei confronti di due coniugi l'accusa di aver aiutato Riella nella sua fuga. Si tratta di Alessandro Ieri, 50 anni, e Romina Pisolo, 43 anni, residenti a Dosso del Liro, nel Comasco. Secondo gli inquirenti la coppia lo avrebbe accolto in casa, rifocillato e gli avrebbe anche consentito di effettuare una telefonata.

I due andranno ora a processo, difesi dall'avvocato Arnaldo Giudici che ha depositato una memoria difensiva dove i coniugi affermano che al momento dei fatti contestati non erano minimamente a conoscenza di ospitare in casa una persona evasa dal carcere. Secondo la difesa, le condotte della coppia non possono configurarsi come una volontà di intralciare le indagini.

Riella però non avrebbe nascosto la motivazione della sua richiesta di aiuto. "Sun scapà" ("Sono scappato"), avrebbe detto ridendo in dialetto mentre si trovava davanti alla porta con la coppia, ma i due avevano ritenuto quell'affermazione uno scherzo e lo avevano accolto in casa.

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