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La figlia dell’evaso Massimo Riella: “Lo stanno aiutando, questo significa che è una brava persona”

L’uomo avrebbe attorno a sé una rete di persone che lo starebbe aiutando e proteggendo. Dopo l’evasione ha incontrato e parlato con il padre ma mai con la figlia.
A cura di Giorgia Venturini
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"Lo stanno aiutando tutti, questo vuol dire che ha fatto del bene sul territorio". A Fanpage.it parla Silvia, la figlia di Massimo Riella. L'uomo dallo scorso 12 marzo è ricercato da tutte le forze dell'ordine da quando è evaso durante uno dei permessi per andare al cimitero, a pregare sulla tomba della madre. Dove si nasconde? Tra i boschi sulle montagne sopra il lago di Como. Come riferisce anche il padre, l'uomo avrebbe attorno a sé una rete di persone che lo starebbe aiutando e proteggendo. Persone che vivono nella piccola frazione di Brenzio, in provincia di Como. Qui si trova anche il cimitero dove è sepolta la madre.

L'arresto lo scorso dicembre

Riella è latitante da metà marzo: in carcere era finito a dicembre perché ritenuto responsabile dell'aggressione e della rapina nei confronti di una coppia di anziani. Per compiere questo reato sarebbe stato utilizzato un coltello: sull'arma sarebbe poi stato isolato un Dna che, da ulteriori analisi, sembrerebbe appartenere proprio a Riella. Ma sia la figlia che le persone del posto sostengono che non è stato l'autore della rapina. "Se c'è un'intera valle che lo copre vuol dire che è una brava persona", precisa la figlia a Fanpage.it. "Io non l'ho mai sentito da quando è evaso. So che è in zona, sui nostri monti. Dopo l'evasione ha incontrato e parlato con mio nonno". Il padre gli avrebbe detto di andare dai carabinieri consegnando le prove che dimostrano la sua innocenza.

Tutti ritengono che Riella sia stato incastrato

Il padre in questi giorni ha parlato anche di un accordo infatti: sarà lui a portare Massimo Riella dai carabinieri. "Prima però bisogna arrestare il vero colpevole. Il mio Massimo è mezzo matto, m’ha fatto disperare… Però non è tipo da picchiare gli anziani". Tutti in paese ritengono che l'uomo sia rimasto incastrato e che il vero autore della rapina sia libero. E, dato che tutti non negano che sia una "testa calda", il timore è che il 47enne possa farsi giustizia da solo. D'altronde un'altra delle sue "qualità" è la testardaggine: "Se è convinto di una cosa, non c’è verso di farlo tornare indietro", aveva detto qualche giorno fa la figlia Silvia.

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