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Nuovo Dpcm, Lombardia verso l’area 3: è la fascia più a rischio

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riferendo alla Camera sul contenuto del nuovo Dpcm per contenere l’emergenza Coronavirus, ha detto che le restrizioni saranno differenziate in base ai diversi scenari di rischio regionali e ha parlato di tre diverse aree in cui, con ordinanza del ministro della Salute, ogni regione sarà inserita. Per la Lombardia si profila l’area 3, quella più a rischio. Le restrizioni applicate saranno dunque le più severe, con ulteriori chiusure e limitazioni agli spostamenti sia tra confini interregionali sia provinciali. Ma dalla Regione filtrano molte perplessità: chi si occuperà dei controlli?
A cura di Francesco Loiacono
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In Lombardia scatteranno le misure più drastiche e severe previste dal nuovo Dpcm in arrivo per contenere l'emergenza Coronavirus. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte riferendo alla Camera ha parlato infatti di misure "differenziate in base ai diversi scenari regionali", spiegando che saranno individuate tre aree differenti, “corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio. L’inserimento di una Regione in una delle tre aree avverrà con ordinanza del ministro della Salute e dipenderà dal coefficiente di rischio della Regione, dopo aver valutato la combinazione di diversi parametri. Sempre con ordinanza del ministero della Salute si potrà uscire da un’area a rischio ed entrare in un’altra".

Sulla base dei parametri di rischio, non il solo Rt (che in Lombardia nell'ultima rilevazione è superiore a 2) ma altri 20 indicatori tra cui il numero di casi positivi rilevati, il numero di ricoveri, la percentuale di tamponi positivi sul totale effettuato e il numero di focolai di trasmissione, è facile purtroppo prevedere che la Lombardia rientri nella fascia massima di rischio. D'altronde la Regione, nell'ultimo monitoraggio di Iss e ministero della Salute, ha già raggiunto la fase 4, quella di una trasmissione non controllata del virus. Al momento però rispetto alle indicazioni sulle "aree" non c'è ancora nulla di definito: da Palazzo Lombardia fanno infatti sapere che alle regioni non è ancora pervenuta alcuna bozza del Dpcm, che probabilmente arriverà solo dopo l'ulteriore discussione in Parlamento prevista alle 17 in Senato.

Di certo varranno anche per la Lombardia alcune misure che, come annunciato da Conte, varranno sul resto della Penisola: la chiusura dei musei e delle mostre, la riduzione della capienza dei mezzi pubblici al 50 per cento, la limitazione della circolazione dei cittadini durante le fasce orarie più tarde, un coprifuoco che potrebbe essere anticipato alle 21 (ma dalla Regione precisano che nel vertice col governo nessuno ha parlato di orari) rispetto al coprifuoco già in vigore a partire dalle 23 in Lombardia. La Regione ha anche già messo in pratica – anche prendendosi "rimproveri" da Roma, rimarcano da Palazzo Lombardia – alcune misure che saranno estese al resto del Paese, tra cui la chiusura dei centri commerciali durante i festivi e i pre-festivi e la didattica a distanza integrale per le scuole secondarie di secondo grado.

Restano molte perplessità sulle ulteriori misure restrittive in Lombardia

Rispetto alle altre misure che potrebbero riguardare la Lombardia, in quanto regione più a rischio, il presidente del Consiglio ha parlato di un "limite agli spostamenti da e verso le Regioni con elevati coefficienti di rischio, salvo che non vi siano comprovate esigenze lavorative, motivi di studio e di salute e motivazioni di necessità", e di "ulteriori disposizioni restrittive graduandole in base al coefficiente di rischio". Ma da Palazzo Lombardia filtrano non poche perplessità rispetto ad alcune delle misure restrittive che, anche sulla base degli automatismi indicati dal documento di agosto redatto da Iss e ministero della Salute – che indicava i diversi scenari e le misure, come mini-lockdown subprovinciali, da poter attuare nelle diverse fasi -, potrebbero entrare in vigore. Se si chiuderanno i negozi (eccetto quelli che vendono beni essenziali), partiranno in automatico anche i ristori? Se si allargherà la  didattica a distanza anche alle scuole medie (o per gli studenti più piccoli), scatteranno anche i congedi parentali? E infine, rispetto alle ipotesi di chiusure sia interregionali, sia provinciali (le cosiddette zone rosse che potrebbero interessare quelle aree a maggior circolaziione del virus, come Milano, Monza e Brianza o Varese), chi controllerà i "confini"? Queste sono le perplessità che saranno condivise, assieme ai contenuti del Dpcm, in un incontro con i sindaci dei capoluoghi atteso per le 15. Poi, non resta che aspettare ulteriori news da Roma.

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