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Muore in una vasca di depurazione, un suo insegnante: “Niang mi ha insegnato a sorridere di più”

A ricordare Mamadou Niang, il 15enne morto annegato in una vasca di depurazione nel tentativo di recuperare un pallone, sono i suoi docenti: “Lo ricorderemo per la sua spensieratezza. Gli abbiamo insegnato l’italiano ma lui ci ha insegnato a sorridere di più. Ad essere felici per ciò che si ha”. Niang era arrivato dal Senegal in Italia con il fratello maggiore lo scorso gennaio per ricongiungersi alla mamma e al fratello più piccolo.
A cura di Giorgia Venturini
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Fonte foto: Vigili del fuoco
Fonte foto: Vigili del fuoco

"Io gli ho insegnato l'italiano, ma Mamadou mi ha insegnato a sorridere di più". Sono passati tre giorni da quando il 15enne Mamadou Niang ha perso la vita in un tragico incidente a Castellanza. Tra i primi a ricordarlo è Giuseppe Rizzo, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo Manzoni dove Niang frequentava la terza media. Il preside al quotidiano Il Giorno racconta: "Siamo ancora increduli, è difficile da accettare per noi docenti e da spiegare ai suoi compagni di classe". Il 15enne domenica scorsa stava cerando di recuperare il pallone finito in una vasca di depurazione dell'azienda vicino a casa nel tentativo di recuperare il pallone. Ora la Procura di Busto Arsizio ha iscritto sul registro degli indagati i titolari delle tre aziende che fanno riferimento all'area industriale dove è avvenuta la tragedia. È un atto dovuto per compiere le relative valutazioni sulla messa in sicurezza degli stabilimenti e della zona.

Mamodou era contento di essere in Italia

Tutti i suoi insegnanti lo ricordano come un ragazzo sereno. "Si impegnava sempre molto. Sapeva che andare a scuola era molto importante per il suo futuro e quando si trovava in difficoltà i docenti erano sempre pronti ad aiutarlo. Mamadou era in Italia con la sua famiglia: era arrivato lo scorso gennaio dal Senegal con il fratello più grande Kadim per riunirsi alla mamma e al fratello minore Mustafa. Neanche il tempo di ambientarsi nel suo nuovo Paese che si era già iscritto a un corso di italiano e a scuola. "Era contendo di essere in Italia: aveva voglia di integrarsi". A queste parole si aggiungono quelle di un suo docente: "Lo ricorderò per la sua spensieratezza. Gli ho insegnato l'italiano ma lui mi ha insegnato a sorridere di più. Ad essere contento da ciò che si ha". I docenti della sua scuola lo ricorderanno anche per la sua grande passione per la corsa e per il calcio. E proprio la tragedia nel tentativo di recuperare il pallone caduto nell'acqua e continuare a giocare con i suoi amici.

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