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Muore dopo un pugno e un bicchiere di vetro in testa: “Una banale discussione e poi la rissa”

La rissa in cui nel 2024 è morto Mykola Ivasiuk, 38 anni, sarebbe stata causata per una banale discussione. Lo avrebbero colpito con un pugno e poi un bicchiere di vetro spaccato in testa.
A cura di Ilaria Quattrone
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Mykola Ivasiuk (foto da Facebook)
Mykola Ivasiuk (foto da Facebook)

Il 19 agosto 2024, attorno alle 22.30, è scoppiata una lite fuori dal bar Rosy a Casazza, un comune che si trova in provincia di Bergamo. Al termine della rissa è morto un uomo: Mykola Ivasiuk, che aveva 38 anni. Per il suo decesso, due uomini sono imputati in un processo che si sta svolgendo a Bergamo: si tratta di Mario Romeo, 39 anni e Mohamed Amine Mouhssine, 33 anni. Entrambi in carcere.

Nella giornata di ieri, venerdì 16 maggio, si è svolta la prima udienza. La pubblico ministero Silvia Marchina ha contestato a entrambi l'accusa dell'omicidio preterintenzionale e ha sostenuto – come riportato dal quotidiano Il Corriere della Sera – che la rissa sia nata per una "banale discussione". A seguito di questa, Romeo avrebbe sferrato un pugno alla vittima. Lo avrebbe fatto con la mano destra e sotto la mandibola. Un colpo così violento che gli avrebbe fatto ruotare a destra la testa e il collo.

Subito dopo Mouhssine avrebbe colpito Ivasiuk alle spalle: lo avrebbe fatto con un bicchiere di vetro, che avrebbe frantumato alla teta vicino all'orecchio. Lo avrebbero poi afferrato e Mouhssine gli avrebbe strappato la maglietta e lo avrebbe fatto cadere a terra. Il 38enne avrebbe preso un'altra botta e sarebbe morto per un'estesa emorragia alla testa. 

Il 33enne, durante le indagini, ha raccontato che la vittima era stata molesta perché aveva visto la sua compagna al bar con Romeo. Quest'ultimo ha sostenuto di aver dato solo uno schiaffo e non un pugno. E ha affermato che con la mano destra infortunata non aveva la forza di sferrare un colpo. Mouhssine ha poi spiegato di essere intervenuto con una spinta mentre aveva un bicchiere in mano.

Per la pubblico ministero, nessuno dei due voleva che Ivasiuk morisse. Da qui, la contestazione dell'omicidio preterintenzionale. E, per questo, entrambi hanno potuto chiedere il rito abbreviato che permette lo sconto fino a un terzo della pena. Richiesta che è stata accolta dal giudice.

L'avvocato di Romeo ha poi depositato una consulenza redatta dal professore di Medicina legale dell'Università di Verona, Franco Tagliaro, nella quale è stato evidenziato che la "forte emorragia sia legata all'alto tasso alcolemico nella vittima". La mamma e il fratello della vittima si sono entrambi costituiti parte civile. La prossima udienza si svolgerà il 12 settembre.

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