Muore a 27 anni in una rissa tra bande a Sesto San Giovanni: 32enne condannato a 16 anni per omicidio

È stato condannato in primo grado a 16 anni di reclusione Hamza Haddaji, il 32enne di origine marocchina che avrebbe fatto del commando armato che la sera del 23 ottobre 2023 in via Pisa a Sesto San Giovanni (nella Città Metropolitana di Milano) aveva messo in atto una spedizione punitiva contro un gruppo di pusher rivali. Nello scontro era deceduto Youssef Saadani, un 27enne, anche lui marocchino, che era stato raggiunto alla gola da un colpo di fucile. La giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Monza, Elena Sechi, ha ritenuto Haddaji colpevole di omicidio, lesioni personali e porto illegale di armi. Presto dovrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio della Procura per altri tre soggetti, mentre altri tre risultano ancora ricercati.
Lo scontro tra bande a Sesto San Giovanni
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, Saadani la sera del 23 ottobre si sarebbe offerto di scortare, insieme ad altri coinquilini, un altro connazionale a cui i pusher rivali avevano rubato il cellulare. Al suo interno ci sarebbero stati i nomi dei clienti a cui vendeva hashish a Cologno Monzese. L'incontro sarebbe servito per la restituzione del telefono, ma in realtà fu un agguato organizzato in via Pisa da un gruppo rivale per il controllo della piazza di spaccio.
Lo scontro si sarebbe consumato a colpi di mazze, calci e pugni, fino anche di fucile. Uno di questi ha centrato Saadani alla gola, uccidendolo. Haddaji era stato arrestato dai carabinieri a Pero il giorno dopo, mentre altri tre, d'età compresa tra i 23 e i 38 anni, sono stati fermati in un secondo momento. Altri tre risultano ancora ricercati.
Il processo
La Procura di Monza aveva chiesto per Haddaji la condanna a 20 anni di carcere, accusandolo di omicidio, tentato omicidio e porto illegale di armi. La gup, invece, ha derubricato l'accusa di tentato omicidio in lesioni personali, concesso le attenuanti generiche e condannato il 32enne a 16 anni di reclusione e 3 anni di liberà vigilata a pena espiata.
Difeso dall'avvocata Monica Gnesi, Haddaji avrebbe ammesso di essere presente alla spedizione punitiva, ma di non avervi preso parte. Al processo si sono costituiti parti civili i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Gianluca Paglino e Jessica Sala.