La denuncia di un papà: “Mio figlio Andrea, arrivato in elicottero in Pronto soccorso e lasciato ore in corridoio”

"Mio figlio Andrea è stato trasportato in Pronto soccorso in elicottero dopo una brutta caduta in bicicletta. Poi, nelle condizioni in cui è arrivato, è stato lasciato in corridoio ad aspettare ore e ore senza essere visitato, con un solo medico di turno. È stato un calvario".
È la testimonianza di Fortunato Nicoletti, vigile del fuoco e vicepresidente dell'associazione Nessuno è Escluso, nonché papà di tre figli (di cui la più piccola, Roberta, fin dalla nascita convive con una rarissima patologia). Tra loro c'è anche il maggiore Andrea, 21 anni, che nel pomeriggio di sabato 16 agosto chiama il padre al telefono: quel giorno si trova in Val Brembana, tra i comuni di Olda e Sottochiesa, per un giro in bicicletta. "Sono caduto e mi sono aperto tutto", spiega il ragazzo ai genitori.
"Lo troviamo seduto a terra, cosciente ma con una grossa e brutta ferita. Per fortuna un auto si è fermata a soccorrerlo, ha bloccato l'emorragia con un laccio e chiamato i soccorsi che in nemmeno 10 minuti sono arrivati prima con ambulanza e subito dopo con elisoccorso e automedica. Fin qua chapeu ai soccorritori dell'AreuLombardia per l'efficienza", racconta Nicoletti sulla sua pagina social.
Poi tutto cambia. "Dopo pochi minuti Andrea è già sull'elicottero, trasportato all'ospedale Policlinico Ponte San Pietro. E qua comincia il calvario. Non possiamo non raccontare la vergognosa situazione vissuta, perché si parla e magnifica il sistema sanitario lombardo sparlando di quelli scandalosi del Sud, per esempio, ma ieri notte sembrava di essere proprio in uno dei quei posti che ancora definiamo del terzo mondo".
Andrea arriva verso le 18.30 al Pronto soccorso bergamasco. "È in codice arancione, con un solo medico di turno, e resta per ore nel corridoio nelle condizioni in cui era stato soccorso (legato in barella con il collare e la coperta termica), senza essere visitato", si sfoga il papà. "Solo dopo aver alzato la voce, alle 22, viene inviato a fare la Tac che evidenza la lesione e l'urgenza di operarlo per il sospetto di lacerazioni nervose da trattare prima possibile". Una tipologia di intervento che, però, non viene eseguita in quell'ospedale.
"Cominciano così le telefonate per il trasferimento, pare che sia il Papa Giovanni di Bergamo, poi Monza, poi Brescia, infine Milano, ma ogni tentativo va a vuoto. Non ci sono sale pronte e quelle che lo sono sono occupate, cioè in tutta la ricchissima, eccellentissima ed efficientissima Regione Lombardia, non c'è un ospedale pronto ad accogliere una urgenza del genere. Nel frattempo si fanno le 00.30″, prosegue il racconto di Nicoletti. "Finalmente, all'1, arriva l'ortopedico reperibile (chiamato alle 22) che lo visita e ci conferma che i tendini sono lesionati ma, per fortuna, non il nervo mediano. Quindi lo ricovera per operarlo stamattina".
Andrea, così, è entrato giusto ieri mattina in sala operatoria. L'intervento è andato bene, e verrà presto dimesso. "Ma rimane la questione che il sistema sanitario italiano è morto, che i Pronto soccorso sono oramai luoghi dove di pronto non esiste più nulla e di soccorso molto poco, dove non ci sono medici e soprattutto non esistono specialisti come gli ortopedici, chirurghi, neurologi, cardiologi ecc… ciò succede anche in questa regione che sopravvive solo grazie alla propria autocelebrazione".
La conclusione è amara. "Un enorme grazie ai soccorritori, quelli che arrivano in fretta e dovunque facendo sempre la propria parte. Gli altri ringraziamenti vanno a tutti i ridicoli Ministri del Ministero della Salute degli ultimi 20 anni e ai rispettivi governi che hanno distrutto l'unica cosa decente di questo paese: il sistema sanitario pubblico e universale. Una menzione speciale d'onore ovviamente va anche alla Lombardia che, antesignana come sempre, ha privatizzato qualunque cosa, pure i Pronto soccorso, e con la sanità ha costruito un impero per ricchi".