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Milano, la stretta del Tribunale con il Covid: meno udienze e testimoni in presenza

Meno udienze e meno testimoni in presenza: sono queste le linee guida adottate dai vertici del Tribunale di Milano per far fronte alle limitazioni imposte dal nuovo Dpcm che indica la Lombardia come zona rossa e per andare incontro alle persone poste in isolamento domiciliare perché positive al Covid-19.
A cura di Ilaria Quattrone
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Meno udienze e meno testimoni in presenza: è questa la stretta scelta dai vertici del Tribunale di Milano per far fronte all'emergenza Coronavirus alle misure introdotte dall'ultimo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che riconosce la Lombardia come zona rossa. Non solo: le linee guida servono per far fronte al numero di persone poste in isolamento domiciliare – dopo i casi di magistrati e personale positivi al Covid-19 – e garantire anche lo smart working al personale amministrativo.

Per ogni sezione previste solo due udienze al giorno

Secondo quanto stabilito dal nuovo provvedimento, i processi che avranno priorità saranno quelli con imputati detenuti per criminalità organizzata e terrorismo, per maltrattamenti, violenze sessuali e infortuni sul lavoro. Per ogni sezione penale, poi, dal 16 novembre potranno svolgersi solo due udienze al giorno e per l'Ufficio del giudice per le indagini preliminari due udienze al mese per ogni giudice. A questa si aggiungerà il limite alla convocazione di testimoni che devono muoversi da aree diverse da quella metropolitana di Milano.

L'indicazione ai giudici: favorire videoconferenze per le udienze

Nella rimodulazione prevista nel provvedimento emesso oggi dal Tribunale, presieduto da Roberto Bichi, trova spazio anche l'indicazione ai giudice di fare ricorso ai collegamenti da remoto in videoconferenza per le udienze. Le linee guida nascono da una serie di incontri avvenuti con il procuratore Francesco Greco, l'Ordine degli avvocati milanesi, i presidenti coordinatori del Tribunale Fabio Roia e Marco Tremolada e con i capi dell'Ufficio gip Aurelio Barazzetta e Ezia Maccora. 

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