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Corteo per Gaza a Milano, una mamma in auto: “Torno dalla terapia di mio figlio ma sono felice di aspettare”

È partito alle 18 di oggi mercoledì 8 ottobre a Milano il corteo di protesta contro l’abbordaggio delle imbarcazioni della Freedom Flotilla. Tremila i presenti. Una mamma al volante in coda a Fanpage.it: “Aspetteremo ma siamo felici di vedervi”
A cura di Francesca Del Boca
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La mamma al volante che ha manifestato solidarietà ai partecipanti del corteo di oggi a Milano; le auto in coda all’altezza di piazzale Corvetto
La mamma al volante che ha manifestato solidarietà ai partecipanti del corteo di oggi a Milano; le auto in coda all’altezza di piazzale Corvetto

Non si fermano le manifestazioni in sostegno alla popolazione di Gaza a Milano e alle imbarcazioni della Freedom Flotilla, fermate da Israele in acque internazionali. E così anche oggi pomeriggio, dalle ore 18, circa tremila persone sono scese in strada con bandiere della Palestina e della pace per ritrovarsi in piazzale Lodi: il corteo, scortato da un ingente dispiegamento di forze di polizia, dovrebbe sfilare per le vie di Milano fino a giungere in piazzale Corvetto. 

In prima fila sventolano le bandiere del collettivo Cambiare rotta, dei centri sociali Lambretta e Cantiere con Usb e Potere al Popolo, insieme all'Associazione palestinese d’Italia e i Giovani Palestinesi d’Italia. Una manifestazione che si aggiunge a quella organizzata lo scorso lunedì 22 settembre e al maxi sciopero di venerdì 3 ottobre.

Le auto in coda ai manifestanti: "Siamo con voi"

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È proprio all'altezza di viale Molise, nei pressi di piazzale Corvetto, che si forma una lunga coda di auto. Un serpente di macchine che saluta i manifestanti suonando il clacson e applaudendo in segno di solidarietà. "Sto tornando dalla terapia di mio figlio, ma siamo contenti di aspettare. Ci metteremo un po', ma va benissimo così", racconta a Fanpage.it una mamma al volante, accanto al figlio, mentre i partecipanti al corteo che camminano tra le vetture ferme si precipitano a stringerle la mano. "Sono con voi, siamo felici di vedervi". 

La sorella del medico a bordo della Conscience: "Vergogna"

"Stiamo assistendo all'ennesimo atto di pirateria da parte dell'esercito israeliano, in violazione palese del diritto marittimo e delle convenzioni delle Nazioni Unite. Vergogna", ha recitato la sorella di uno dei medici a bordo della Conscience, nave principale della Flotilla abbordata poche ore fa a circa 120 miglia nautiche dalle coste palestinesi.

"A bordo si trovavano equipaggi interamente disarmati composti da medici, giornalisti e attivisti. Sono stati rapiti e sequestrati con la forza, mentre le tonnellate di aiuti umanitari e farmaci diretti agli ospedali di Gaza sono stati confiscati illegalmente", sempre le parole della manifestante. "Una deliberata strategia di violenza e intimidazione da parte di Israele, nella assoluta impunità del diritto. Chiamo la cessazione del genocidio, il rilascio dei volontari rapiti, la consegna degli aiuti ai palestinesi senza più controllo israeliano". 

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In corteo dalla Flotilla anche Paolo Romano: "Un faro su Gaza"

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Tra i tanti manifestanti c'era anche il consigliere regionale del Partito Democratico Paolo Romano, di ritorno nella sua Milano dopo il carcere in Israele. "Siamo qui per le sofferenze di Gaza", le sue parole. "Chiediamo che gli attivisti pacifici rinchiusi e sequestrati illegalmente vengano liberati, che non subiscano le privazioni e le condizioni di detenzione che abbiamo subito noi. Un trattamento che non è niente rispetto a quello che sta succedendo al popolo palestinese. La nostra missione è accendere un faro su Gaza".

L'attivista a bordo della Karma Margherita Cioppi: "Questo è solo l'inizio"

Margherita Cioppi
Margherita Cioppi

"Siamo stati portati nelle carceri israeliane senza nessuna legge che potesse motivare il nostro arresto", ha dichiarato Margherita Cioppi, attivista che si trovava a bordo della nave Karma con Saverio Tommasi. "Siamo qui in piazza perché la Flotilla è solo l'inizio di quello che può succedere quando la gente non ne può più, non ne può più di vedere calpestato il diritto internazionale e un intero popolo sterminato".

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