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L’uomo che ha colpito il medico con l’accetta: “Abbiamo litigato e non ci ho visto più”

Interrogato dai carabinieri, il 62enne fermato a Rozzano ha ammesso di aver colpito il dottor Giorgio Falcetto con un’accetta. Ha detto di sapere che si trattava di un medico perché era stato curato da lui in passato. L’arma non è stata ancora trovata e si indaga su un eventuale legame tra i due.
A cura di Enrico Spaccini
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Gli investigatori avevano visto la sua auto, un'Alfa Romeo 147, parcheggiata al bordo di una strada di Rozzano. Si sono appostati e quando è tornato alla macchina lo hanno bloccato. È lui il 62enne che questa mattina, martedì 13 dicembre, ha aggredito il dottor Giorgio Falcetto nel parcheggio del Policlinico San Donato. In caserma, poi, ha raccontato: "Ho urtato per sbaglio la sua auto parcheggiata. Lui è uscito e abbiamo iniziato a discutere. Poi non ci ho visto più e l'ho colpito con un'accetta che avevo in macchina".

"Sapevo che fosse un medico"

Erano circa le 10 di mattina e Falcetto stava risalendo in auto. Aveva appena terminato il turno di notte e fatto colazione. Ormai in pensione, lavora ancora come libero professionista al dipartimento di Chirurgia generale dell'Irccs del Policlinico.

Durante l'interrogatorio nella caserma dei carabinieri, il 62enne, con precedenti per armi e reati contro il patrimonio, ha raccontato di aver riconosciuto il medico: "Non so come si chiama, ma sapevo che fosse un medico perché ero stato visitato da lui in pronto soccorso in passato". Cosa che però non ha ancora trovato riscontri, visto che non risultano suoi accessi al pronto soccorso a San Donato.

Lui comunque ha dichiarato di essere andato in ospedale "perché non mi sentivo bene". Ha anche lamentato di presunta "inefficacia" in "cure pregresse" con lo stesso Falcetto.

L'accetta e i punti ancora da chiarire

L'uomo ha poi ammesso di aver colpito Falcetto con l'accetta che aveva in auto con sé. Quell'arma l'ha gettata poco dopo in un tombino, ma nonostante le ricerche non è stata ancora trovata. Nel frattempo, il chirurgo 76enne è stato operato in Neurochirurgia all'ospedale San Raffaele di Milano e ora è ricoverato in terapia intensiva in coma farmacologico. Le sue condizioni sono gravissime.

Per quanto sembri lineare, il racconto del 62enne dovrà essere esaminato con attenzione. Innanzitutto, non si è ancora capito perché si trovava in quel parcheggio, visto che è interdetto al pubblico. Non sono state trovate visite in programma e non è nemmeno mai stato registrato al pronto soccorso. Si cerca anche un eventuale legame tra i due, cosa che al momento non è emersa.

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