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Omicidio Carol Maltesi

L’ultimo saluto a Carol Maltesi, la lettera dei famigliari: “Non dimenticheremo il tuo entusiasmo”

Si stanno svolgendo nella giornata di oggi, lunedì 6 giugno, i funerali di Carol Maltesi, la ragazza di 26 anni che a gennaio scorso è stata uccisa nel suo appartamento di Rescaldina (Milano).
A cura di Ilaria Quattrone
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Si stanno svolgendo nella giornata di oggi, lunedì 6 giugno, i funerali di Carol Maltesi, la ragazza di 26 anni che a gennaio scorso è stata uccisa nel suo appartamento di Rescaldina (Milano). Per questo efferato femminicidio, è finito in manetta il vicino di casa Davide Fontana: subito dopo il suo arresto, l'uomo ha confessato quanto fatto. I due, a inizio gennaio, si trovavano in casa della 26enne quando l'uomo l'avrebbe colpita con un martello alla testa e poi le avrebbe tagliato la gola. Subito dopo averla uccisa, avrebbe tagliato il corpo in quindici pezzi e – a distanza di due mesi e dopo averlo conservato in un congelatore – li avrebbe gettati in un dirupo.

I funerali a Sesto Calende

I funerali si stanno svolgendo nell'abbazia di San Donato a Sesto Calende, comune in provincia di Varese. Per questi, il padre di Carol aveva lanciato una raccolta fondi per permetterne la realizzazione. È stato possibile poter dare l'ultimo saluto alla ragazza dopo che la Procura di Busto Arsizio ha dato il via libera e ha restituito la salma: gli inquirenti hanno infatti ritenuto di aver svolto tutti gli accertamenti necessari per ricostruire quanto accaduto alla giovane mamma. Nei giorni scorsi, Fanpage.it ha contattato il legale della famiglia, Manuela Scaglia, che ha confermato come Davide Fontana non abbia mai chiesto scusa alla famiglia.  Un concetto che ha ribadito anche prima del funerale, affermando però che questa giornata deve essere rivolta solo a Carol.

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La confessione di Davide Fontana

Subito dopo la confessione, l'uomo ha affermato di essere stato un vigliacco: "Mi vergogno per ciò che ho fatto e per non avervi chiamato subito". Fontana l'avrebbe uccisa dopo essere venuto a conoscenza dell'intenzione della ragazza di voler lasciare Rescaldina e avvicinarsi al figlio che invece vive con il padre a Verona. Dopo averla ammazzata, per due mesi avrebbe finto di essere lei rispondendo ai messaggi di amici e parenti che scrivevano alla ragazza.

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