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Covid 19

Lombardia zona rossa, i sindaci leghisti del lodigiano: “Un altro lockdown è inaccettabile”

I sindaci leghisti del lodigiano sono contrari alle misure previste nel nuovo Dpcm firmato dal governo Conte che inserisce la Lombardia nell’area rossa: lo hanno fatto sapere attraverso una nota ufficiale resa nota in queste ore. Secondo i primi cittadini si tratterebbe di un’ingiustizia per quelle realtà duramente colpite nella prima ondata, ma che in queste settimane registrerebbero pochi casi e poche criticità.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Un altro lockdown per il lodigiano da un punto di vista economico e sociale è inaccettabile": a scriverlo in una nota stampa sono i sindaci della Lega della provincia di Lodi. Per gli amministratori, le misure previste nel decreto ministeriale firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che entreranno in vigore il 6 novembre e che collocano la Lombardia nell'area rossa, risultano piuttosto dure e ingiuste per alcune realtà territoriali.

Sindaci: Il territorio Lodigiano pagherà due volte un prezzo altissimo

"Non possiamo essere paragonati ad altre zone d'Italia fortemente investite dal Covid nella misura in cui noi lo siamo stati a marzo e aprile": per i sindaci infatti questa decisione risulta essere "una forma di accanimento" su un territorio violentemente colpito dalla ondata della scorsa primavera. In particolar modo lo ritengono un affronto nei confronti dei cittadini: "Il loro esempio e il loro senso di responsabilità dimostrati nel rispettare silenziosamente ogni norma e imposizione anziché essere riconosciuti, vengono in questo modo mortificati e resi vani". Per gli esponenti della Lega il Lodigiano sarà l'unico a pagare due volte un prezzo altissimo: "Da parte nostra, è inaccettabile e con queste parole siamo assolutamente certi di intercettare e rappresentare il pensiero di tanti altri sindaci”.

Delmiglio: Rimbomba il silenzio chi dovrà subire una immeritata chiusura

Nelle ultime ore si sono più volte espressi al riguardo i primi cittadini di Casalpusterlengo e Codogno. Nel primo caso, il sindaco Elia Delmiglio ha sostenuto che in questo modo si rischia di non aprire più: "Sembra di tornare a marzo. Fortunatamente ambulanze non se ne sentono, ma rimbomba il silenzio di inquietudine di chi dovrà subire una nuova e immeritata chiusura forzata senza sicurezze sul futuro", scrive in un post su Facebook. Dello stesso parere anche il collega di Codogno Francesco Passerini, il quale – già prima che la Lombardia fosse inserita nell'area rossa – sosteneva che il territorio regionale andasse diviso in tre zone: "Nel Lodigiano stiamo registrando pochi contagi. Attualmente quindi qui da noi è impossibile un nuovo lockdown. La situazione è molto diversa dal marzo scorso".

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