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Lombardia, vaccini in azienda non prima di giugno: “Ora non ci sono dosi disponibili”

“Le vaccinazioni in azienda non potranno essere prese in considerazione prima del mese di giugno”. Lo ha detto oggi in Commissione sanità al Consiglio regionale della Lombardia il direttore generale del Welfare, Giovanni Pavesi. “Attualmente non ci sono le dosi disponibili per poter avviare queste somministrazioni. Su questo il commissario Figliuolo è stato tassativo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Slitta l'inizio delle vaccinazioni anti Covid all'interno delle aziende, in Lombardia come altrove in Italia. "Le vaccinazioni in azienda non potranno essere prese in considerazione prima del mese di giugno", ha detto oggi in Commissione sanità al Consiglio regionale il direttore generale del settore Welfare Giovanni Pavesi. Il motivo è che "attualmente non ci sono le dosi disponibili per poter avviare queste somministrazioni. Su questo il commissario Figliuolo è stato tassativo".

L'accordo era stato presentato lo scorso 10 marzo

L'accordo per le vaccinazioni in azienda era stato presentato lo scorso 10 marzo dalla vice presidente e assessora al Welfare Letizia Moratti: "Le aziende vaccineranno i propri lavoratori direttamente in sede, facendosi forza sui loro medici del lavoro e non gravando sulla sanità pubblica lombarda", aveva detto la vice presidente, prevedendo di poter somministrare fino a 150mila dosi a settimana. Un accordo, il primo del genere in Italia poi esteso il mese successivo anche a livello nazionale, che è destinato però a rimanere ancora sulla carta. Se alcune aziende si sono infatti organizzate, allestendo anche hub per le vaccinazioni, per l'inizio delle somministrazioni si dovrà attendere che la campagna vaccinale prosegua per le categorie già interessate e, soprattutto, che arrivino più vaccini: lo scarso numero di dosi continua insomma a influenzare il ritmo della vaccinazioni, che in Lombardia è stato rallentato proprio a causa della penuria di dosi.

Nel frattempo comunque, Pavesi ha spiegato che "il protocollo da adottare è però già stato preparato e presentato ieri alle associazioni datoriali e di categoria". All'accordo annunciato a marzo infatti non è seguito un protocollo operativo: "Non è ancora stato approvato definitivamente da Regione Lombardia perché non c'è l'assoluta emergenza, visto che non sarebbe in grado di entrare nella piena operatività", ha spiegato Pavesi.

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