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Covid 19

Vaccini in azienda, raggiunto accordo governo-sindacati: come funzionerà

Ieri è stato firmato il protocollo che autorizza le vaccinazioni in azienda. L’accordo sottoscritto tra i sindacati e i ministri Orlando e Speranza, prevede che il siero anti Covid sia somministrato a tutti i lavoratori, indipendentemente dalle tipologie contrattuali, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ieri è stato sottoscritto il ‘Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/ Covid-19 nei luoghi di lavoro”. Per imprimere un'accelerazione alla campagna vaccinale il ministero del Lavoro e quello della Salute hanno siglato un accordo con le parti sociali. Potranno quindi iniziare le vaccinazioni nei luoghi di lavoro, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail, rivolte ai lavoratori. L'adesione al vaccino anti Covid sarà volontaria. L'accordo riguarda i dipendenti, i titolari e il datore di lavoro ma anche i lavoratori che afferiscono in qualche modo all'azienda, a prescindere dalle tipologie contrattuali.

E sempre al tavolo tra governo e sindacati è stato sottoscritto il ‘Protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid negli ambienti di lavoro', che aggiorna i precedenti accordi sulla salute e sicurezza tenendo conto di quelli del 14 marzo e 24 aprile 2020. In particolare è stato specificati che per il rientro al lavoro dopo l'infezione occorre un tampone molecolare o antigenico negativo che potrà essere fatto anche in una struttura sanitaria accreditata o autorizzata dal servizio sanitario. Confermato poi il principio secondo cui la mancata attuazione del Protocollo determina la sospensione dell'attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

"È una buona notizia per il Paese, il raggiungimento dell'accordo sulle modalità attraverso le quali i lavoratori, gli imprenditori, i titolari di imprese potranno vaccinarsi sui luoghi di lavoro. È stato un lavoro collettivo e permetterà alle imprese di rendersi disponibili come luogo di vaccinazione, si potranno utilizzare anche gli ambulatori dell'Inail". Lo ha detto in un video sui social, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, secondo il quale si tratta di "una opportunità in più per il paese e gli imprenditori".

"Voglio ringraziare tutti coloro, le istituzioni, le parti sociali, che hanno dato in queste ore un contributo determinante per raggiungere questo risultato, che ci consente di metterci sulla strada giusta per ripartire", ha aggiunto.

La data di partenza per la somministrazione del siero anti Covid nei luoghi di lavoro "è molto legata all'approvvigionamento: si partirà quando ci saranno le dosi necessarie", ha detto ancora il ministro dem a Rtl 102.5.

Il criterio dell'età, "non verrà superato": "si continuerà secondo le indicazioni sulle fasce vulnerabili". In pratica "Accanto al canale della sanità territoriale (medici di base e farmacie) ci sarà la possibilità di vaccinarsi sui luoghi di lavoro".

"È una bella pagina l'accordo unanime che abbiamo siglato insieme al Ministro Orlando e a tutti i sindacati e le imprese del nostro Paese. Il protocollo per le vaccinazioni e l'aggiornamento del protocollo per la sicurezza Covid ci aiuteranno a tutelare la salute nei luoghi di lavoro. Questa battaglia si vince solo tutti assieme", ha commentato su Twitter il ministro della Salute Roberto Speranza.

Come funzionano le vaccinazioni nei luoghi di lavoro

Secondo quanto ha spiegato il ministro del Lavoro si procederà in ordine di prenotazione, e poi spetterà alle Regioni stabilire la logistica della consegna per le vaccinazioni in azienda. Le vaccinazioni in azienda verranno avviate quando ci saranno le dosi necessarie.

L'accordo prevede che i vaccini siano somministrati a tutti i lavoratori, indipendentemente dalle tipologie contrattuali, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail. L'adesione alla campagna è volontaria.

In pratica i datori di lavoro, singolarmente o in forma aggregata e indipendentemente dal numero di lavoratrici e lavoratori occupati, come è spiegato nel testo, con il supporto o il coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento, possono manifestare la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid nei luoghi di lavoro destinati alla somministrazione in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ne abbiano fatto volontariamente richiesta. I datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente o non possano fare ricorso a strutture sanitarie private, possono avvalersi delle strutture sanitarie dell'Inail.

Per quanto riguarda i costi la retribuzione di medici e infermieri sarà a carico dell'azienda, mentre i vaccini, e relative siringhe, a carico dello Stato. Se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario è equiparato all'orario di lavoro. Le inoculazioni possono essere fatte in azienda, oppure i datori di lavoro possono stipulare convenzioni con strutture sanitarie private in possesso dei requisiti per la vaccinazione.

Il Protocollo sulla sicurezza aggiornato

Per quanto riguarda invece il Protocollo sulla sicurezza, che è stato aggiornato, si confermano le misure per contrastare il diffondersi del virus, dall'utilizzo delle mascherine al distanziamento fino alla sanificazione periodica. Mel testo si raccomanda poi "il massimo utilizzo, ove possibile, della modalità di lavoro agile o da remoto" da parte dei datori di lavoro privati.

Per le attività produttive l'indicazione è che si limitino al massimo gli spostamenti all'interno dei siti, contingentato l'accesso agli spazi comuni.

Tra i punti nuovi quello sulla riammissione al lavoro dopo l'infezione che "avverrà secondo le modalità previste dalla normativa vigente (circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020 ed eventuali successive istruzioni). I lavoratori positivi oltre il ventunesimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario".

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