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Lombardia, parte la commissione d’inchiesta Covid ed è già scontro: “Le sedute siano pubbliche”

Partono i lavori della commissione d’inchiesta sul Covid-19 in Lombardia, l’organo del Consiglio regionale che nei prossimi 12 mesi dovrà indagare sulla gestione della prima fase dell’emergenza. Pd e M5S chiedono che le sedute siano pubbliche. Contrario il parere di Patrizia Baffi (Italia Viva): “Evitare strumentalizzazioni, interferenze ed intromissioni”.
A cura di Simone Gorla
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Prima seduta della Commissione di inchiesta sull’emergenza Covid-19 del Consiglio regionale lombardo, insediatasi lo scorso 21 settembre, ed è già scontro al Pirellone. Da una parte Partito democratico e Movimento 5 Stelle chiedono che le sedute siano pubbliche. Contraria la consigliere di Italia Viva, Patrizia Baffi.

Oggi il presidente della commissione Gian Antonio Girelli (Pd), il vice presidente Mauro Piazza (Forza Italia) e il consigliere segretario Marco Mariani (Lega) hanno proposto termini contenutistici e metodologici . “Le valutazioni definitive nel merito – ha spiegato Girelli – saranno fatte nella prossima seduta prevista per lunedì 19 ottobre alle ore 14”.

In attesa che i lavori entrino nel vivo, l'opposizione si divide sulla segretezza delle sedute. "Chiederemo che le sedute della Commissione d’inchiesta sul covid siano pubbliche", ha dichiarato il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Fabio Pizzul."È necessaria trasparenza", ha sottolineato, "per questo siamo convinti che le sedute debbano essere pubbliche.  Va garantita la necessaria riservatezza  delle sedute particolarmente delicate, ma non possiamo certo pensare che per un anno la commissione lavori a porte chiuse".

Identica la linea del M5S Lombardia. “Provvederemo ad integrare il programma di lavoro, presentato dall’Ufficio di Presidenza della Commissione di inchiesta, con le nostre proposte, compresa quella che almeno per le attività di programmazione o di pura informazione, le sedute possano essere pubbliche", hanno anticipato i consiglieri regionali Marco Fumagalli, Monica Forte e Gregorio Mammi. "È una questione di trasparenza che dobbiamo ai lombardi e che i politici devono, con senso di responsabilità, valutare. La Commissione di inchiesta non deve essere un Tribunale del popolo ma nemmeno un conclave in cui tutto è secretato".

Contrario il parere di Patrizia Baffi (Italia Viva). "Le sedute della Commissione Covid-19, come da regolamento, non dovranno essere pubbliche", ha affermato, "è proprio a tutela dei cittadini e del percorso di verità che dovrà dare le risposte che le nostre comunità attendono, che è bene che la commissione lavori con modalità che non consentano strumentalizzazioni, interferenze ed intromissioni".

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