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Lockdown, l’Ordine dei medici di Milano: “Siamo al limite, un’altra settimana così e sbattiamo”

“Le affermazioni di Fontana e Gallera si commentano da sole. Quando uno vuole svicolare dalle proprie responsabilità cerca sempre di trovare qualche capro espiatorio cosi da distrarre l’attenzione verso qualcun altro”. Commenta così a Fanpage.it le dichiarazioni dell’assessore alla Sanità della Lombardia Giulio Gallera (“Alcuni medici sono morti, altri mettono la segreteria”), il presidente dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi, che torna a chiedere misure più stringenti a Sala e Fontana: “Altrimenti in una settimana andiamo a sbattere”, dice.
A cura di Filippo M. Capra
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L'Ordine dei medici di Milano, nella persona del suo presidente, il dottor Roberto Carlo Rossi, aveva invocato un "lockdown immediato" per rallentare la diffusione del contagio da Covid. Appello rimasto però inascoltato da parte del presidente della Lombardia Attilio Fontana e del sindaco di Milano Beppe Sala che nelle ore serali di ieri, lunedì 2 novembre, hanno detto che l'ipotesi "non è nemmeno lontanamente stata presa in considerazione". Per questo motivo Fanpage.it ha contattato il dottor Rossi chiedendogli anche conto delle affermazioni dell'assessore al Welfare Giulio Gallera a "Che tempo che fa", quando a proposito dei problemi relativi all'assistenza territoriale da parte dei medici di base ha detto che "alcuni medici purtroppo sono morti mentre altri hanno messo la segreteria telefonica".

Dottore, se fosse per Sala e Fontana il lockdown non verrebbe attuato a Milano e in Lombardia. Eppure voi lo invocate a gran voce…
Capisco i decisori che si trovano di fronte allo spettro del baratro che il lockdown provocherebbe, però noi portiamo il disagio delle strutture che ci dicono che sono tutti al limite massimo possibile. Credo sia doveroso rimarcare questo fatto. Il problema è importante dal punto di vista sanitario, con un'altra settimana così andiamo a sbattere. Non abbiamo più posti dove mettere le persone che si ammalano.

Il baratro economico è ancora eventuale, quello sanitario è già realtà?
Sì, siamo già sul baratro sanitario e dobbiamo scegliere il male minore. Con un'ulteriore chiusura molte persone potrebbero morire di fame, ma anche il problema di non trovare posti in terapia intensiva in caso di bisogno è importante. Pur con dolore se uno è vivo riesce a risolvere la questione, se uno soccombe per una malattia le questioni economiche non possono essere risolte. Misure più stringenti sono un imperativo, sono i fatti che lo dicono.

Un mancato lockdown può portare a conseguenze simili come la mancata zona rossa ad Alzano e Nembro?
Fare parallelismi così precisi è difficile perché lì erano piccoli paesi e Milano è una grande città con una grande provincia. Quello che osserviamo è un aumento vertiginoso di accessi nei pronto soccorsi e nei reparti. Inoltre tutti i medici di famiglia, nonché le strutture delle Ats, raccontano che la situazione è difficile. Molti cittadini sono malati, altri sono positivi e altre ancora vengono messi sul portale. La problematica dilaga. Stare senza ulteriore decisione su nuove chiusure è una responsabilità.

Gallera ha detto che "alcuni medici sono morti, altri hanno messo la segreteria telefonica". Quanto sono gravi queste parole?
Le affermazioni di Fontana e Gallera si commentano da sole. Quando uno vuole svicolare dalle proprie responsabilità cerca sempre di trovare qualche capro espiatorio cosi da distrarre l'attenzione verso qualcun altro. A noi tutti i giorni arrivano una serie di lamentele di colleghi che non ce la fanno più, non riescono a inserire gente sul portale. Io ho provato a prenotare dei tamponi e tutti gli slot erano pieni: non c'è uno slot libero di prenotazione tamponi. Solo questo servirebbe a commentare la triste uscita di Gallera. Credo che farebbe meglio a preoccuparsi delle cose che non ha fatto e che tutti gli Ordini gli hanno detto di fare a inizio estate.

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