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L’ex fidanzato di Sofia Castelli si è nascosto nell’armadio prima di uccidere a coltellate la ragazza

Zakaria Atqaoui, in manette per aver ucciso la ragazza Sofia Castelli con diverse coltellate al collo mentre dormiva, potrebbe essersi nascosto nell’armadio prima di avvicinarsi alla ex e colpirla con un coltello preso in cucina.
A cura di Giorgia Venturini
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Si sarebbe nascosto nell'armadio prima di colpire a morte la sua ex fidanzata. Questa una prima ricostruzione degli investigatori dopo la confessione di Zakaria Atqaoui, in manette per aver ucciso la ragazza Sofia Castelli con diverse coltellate al collo mentre dormiva. Tutti i particolari sono al vaglio degli inquirenti che hanno già sentito in un primo interrogatorio il ragazzo.

La ricostruzione dell'omicidio

Il 23enne era riuscito a introdursi in casa della ragazza con un mazzo di chiavi che le aveva rubato. È entrato nell'appartamento della ex senza fare rumore e – come riporta La Stampa – si sarebbe nascosto nell'armadio prima di avvicinarsi alla ragazza e ucciderla. Il 23enne è poi uscito di casa ed è andato a costituirsi alla stazione della polizia locale confessando tutto quanto aveva fatto. A casa con la ragazza c'era una sua amica, anche lei stava dormendo e non si è accorta di nulla.

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Si indaga sulla premeditazione e il movente

Capire l'esatta dinamica è ora fondamentali per gli inquirenti della Procura di Monza perché l’assenza di segni di effrazione può aggravare la posizione dell’ex fidanzato e potrebbe far scattare la premeditazione. Da capire ancora il movente dell'omicidio. Resta probabile però che il ragazzo non si rassegnava alla fine della loro storia: i due infatti erano stati insieme per circa tre anni. La famiglia del ragazzo si sarebbe trasferita all'estero e i genitori della giovane lo avrebbero accolto in casa loro per circa un anno e mezzo. Due settimane fa i due si sono lasciati dando il via quindi a violenti litigi, l'ultimo qualche giorno prima l'omicidio. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Sesto San Giovanni, coordinati dal pubblico ministero di Monza Emma Gambardella. Spetterà loro fare tutti gli accertamenti del caso. Il 23enne italomarocchino rischia l'aggravante della premeditazione: rischia l'ergastolo o una pena di 30 anni di carcere.

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