L’avvocata Pontenani e le psicologhe del carcere accusate di aver manipolato Alessia Pifferi: cosa succede oggi

Si tiene oggi alle 9.30 all'interno del Palazzo di Giustizia di Milano l'udienza preliminare a carico dell'avvocata Alessia Pontenani, dello psichiatra Marco Garbarini e delle psicologhe del carcere di San Vittore Paola Guerzoni, Letizia Marazzi, Federica Martinetti e Maria Fiorella Gazale. In cinque, ad eccezione di una delle psicologhe, hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato.
La legale e gli altri professionisti si trovano al centro del cosiddetto filone di indagini "Pifferi bis", costola del processo contro la donna di 40 anni (già condannata all'ergastolo in primo grado) che nel luglio del 2022 ha abbandonato la figlia di 18 mesi da sola a casa per una settimana, facendola morire di stenti. I sei, secondo il pm Francesco De Tommasi che ne ha recentemente chiesto il rinvio a giudizio, avrebbero infatti collaborato con l'intento di condizionare l'esito del processo ad Alessia Pifferi, spingendola a fingere gravi ritardi cognitivi e manipolando gli accertamenti psicologici: per l'accusa, la messa in opera di un vero e proprio "piano precostituito" per aiutare l'imputata a evitare il massimo della pena, puntando alla semi infermità mentale.
Rischiano quindi ora il processo l'avvocata della difesa e i cinque esperti del carcere: sarà il gup Roberto Crepaldi, dopo aver ascoltato le dichiarazioni spontanee degli imputati (a eccezione di Pontenani, non presente in aula) a emettere la sua sentenza. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, quelle di favoreggiamento, false dichiarazioni all'autorità giudiziaria, falsa testimonianza, falso in atto pubblico e falso commesso da incaricati di pubblico servizio.
Le accuse: "Un piano per evitare l'ergastolo ad Alessia Pifferi"
Le indagini della Procura, in particolare, hanno evidenziato un una relazione del 3 maggio 2023 nella quale sarebbe stato "attestato falsamente" che Pifferi avesse un quoziente intellettivo di 40 e quindi un "deficit grave" con "scarsa comprensione delle relazioni di causa ed effetto e delle conseguenze delle proprie azioni". Il pm, così, punta il dito proprio contro la relazione basata sui colloqui con le psicologhe di San Vittore: secondo il pubblico ministero le quattro avrebbero fornito all'imputata "una tesi alternativa difensiva", quella del vizio di mente, e l'avrebbero di conseguenza "manipolata" con un test "non utilizzabile a fini diagnostici e valutativi" e non "rientrante nelle loro competenze" solo per aiutare la difesa a ottenere il suo scopo processuale.
In particolare, stando a quanto sostenuto dal pm Francesco De Tommasi, a San Vittore Alessia Pifferi sarebbe stata sottoposta a un test psicologico "non autorizzato", che ne avrebbe accertato un deficit cognitivo e un quoziente intellettivo pari a quello di una bambina, senza nemmeno aver registrato le conversazioni avute con la donna. "Alessia Pifferi ha un grave ritardo mentale", recitava la relazione finale. "Hanno messo una bambina in mano a un'altra bambina di sette anni". Inoltre, sarebbero stati annotati anche "falsi colloqui" nel diario clinico della 40enne in carcere, mentre i punteggi del "test di Wais" sarebbero stati "inseriti prima" e un'altra relazione ancora sarebbe stata firmata da una persona non presente alle valutazioni.
La perizia psichiatrica su Alessia Pifferi

Agli atti, su richiesta dei difensori di Pontenani, gli avvocati Corrado Limentani e Gianluigi Comunello, è entrata intanto anche l'ultima perizia psichiatrica disposta su Alessia Pifferi nel processo di secondo grado, che ha accertato ancora una volta la piena capacità di intendere e di volere della donna pur in presenza di "esiti in età adulta di disturbo del neurosviluppo", con "fragilità cognitiva settoriale e immaturità affettiva". L'accertamento, che conferma l'esito dell'esame disposto in primo grado e firmato dal dottor Elvezio Pirfo, aveva preso in considerazione anche la documentazione scolastica fornita dalla sua avvocata di Pifferi, sulla base di cui i periti hanno confermato il "deficit di memoria" già certificato dalla neuropsichiatria infantile e "una scarsa intelligenza logico-deduttiva nei ragionamento astratti" che interessa "la memoria a breve termine, la memoria di lavoro e l'attenzione": documenti che, secondo gli esperti, dipingono un quadro di "funzionamento disarmonico, con deficit cognitivi settoriali certificati".