La squadra di calcio di Barona conquista l’Eccellenza, ma il Comune la sfratta dal campo di San Paolino: cos’è successo

Con 7 punti di distacco sulla seconda in classifica e tre giornate d'anticipo, la Barona Sporting 1971 lo scorso 30 marzo ha vinto il Girone E del campionato Promozione della Lombardia conquistando così l'accesso all'Eccellenza per la prossima stagione. Poco più di un mese più tardi, però, Palazzo Marino ha dichiarato decaduta la convenzione tra la squadra di calcio dell'omonimo quartiere della periferia sud milanese e l'impianto sportivo di via San Paolino. A partire dal prossimo 1 settembre, la Barona Sporting 1971 non avrà un campo in cui giocare né una struttura in cui allenarsi.
Come riportato da Il Giorno, già nell'aprile del 2022 il Comune di Milano aveva contestato alla società sportiva fondata nel 1971 la presenza di una serie di costruzioni abusive, in particolare tre campi da padel che erano stati fabbricati sotto una tensostruttura di fronte al campo di calcio a 11. La Barona al tempo si sarebbe impegnata a procedere alla regolarizzazione degli interventi e con le opere di demolizione.
Nel 2023 il Comune avrebbe accertato la demolizione solo di una parte delle costruzioni contestate, così a giugno aveva inviato alla società un nuovo invito a procedere con i lavori. Tuttavia, la Barona a luglio 2024 aveva preferito presentare al Consiglio Comunale un progetto di riqualificazione dell’impianto sportivo. Palazzo Marino non ha accolto la proposta, chiedendo al club di trasmettere un cronoprogramma delle demolizioni ancora da eseguire e di presentare il progetto di restyling al Parco agricolo Sud.
Lo scorso 10 aprile l'Area Sport del Comune ha comunicato alla Barona Sporting 1971 "di non poter ammettere ulteriori dilazioni temporali", mentre il 30 aprile la società con una nota ha risposto "declinando la responsabilità della costruzione di opere prive di titolo edilizio attribuita ad altri soggetti". Lo scorso lunedì 19 maggio, quindi, il Comune ha dichiarato decaduta la convenzione con cui il club poteva usare l'area di via San Paolino, lasciando in questo modo la squadra neo promossa e tutto il settore giovanile senza un luogo in cui giocare le proprie partite.