La famiglia del 13enne ucciso da un pusher a Milano: “Non doveva essere lì, i suoi amici lo hanno messo in pericolo”

Avrebbe dovuto essere un incontro rapido, semplice: 120 euro in cambio di 20 grammi di hashish. L'affare, però, sarebbe saltato quando gli acquirenti si sono accorti che la qualità del "fumo" era scadente. In un attimo, il rottweiler che accompagnava un ragazzino di 13 anni e un suo amico di 22 anni avrebbe attaccato il pusher e lui, un 27enne, avrebbe reagito ferendo con un coltello sia il cane che il suo giovanissimo padrone. Era il primo pomeriggio del 16 maggio scorso quando il 13enne e il suo cane sono stati lasciati davanti all'ingresso dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano da un 19enne che guidava una Golf insanguinata: l'animale è morto poche ore dopo in una clinica veterinaria, mentre il 13enne è deceduto 14 giorni più tardi. Ora la sua famiglia chiede non solo che paghi il 27enne arrestato prima per tentato omicidio e ora per omicidio volontario, "ma anche che sia accertata la responsabilità dei due che hanno portato mio fratello in quel posto, incuranti di metterlo in pericolo", ha dichiarato una sorella della vittima.
"Doveva andare a mangiare un panino e si è ritrovato in quella situazione"
La famiglia del 13enne, di origine egiziana, vive nelle case popolari di Ponte Lambro, a pochi passi da Linate ed è stata intervistata dal quotidiano Il Giorno. Il padre del ragazzino ha raccontato che il 16 maggio scorso suo figlio "era uscito dicendo che sarebbe andato a mangiare un panino con due amici più grandi che lo avevano invitato e si è trovato in quella situazione". I "due amici" sono il 22enne Mohamed e il 19enne Ossama, entrambi egiziani. Il più giovane dei due quel giorno era alla guida di una Golf grigia e, dopo aver portato Mohamed e il 13enne in viale Vittorio Veneto a Milano, aspettava in auto che l'affare venisse concluso.
Nessuno aveva previsto che quell'incontro avrebbe potuto portare con sé complicazioni tanto gravi. Il 22enne conosceva chi gli stava vendendo l'hashish: Randi Despaigne Martinez, un 27enne di origine cubana con il quale aveva lavorato tempo prima in un'azienda di Melzo. Tra loro due, però, sarebbe scoppiata una lite, in quanto Mohamed si sarebbe accorto che la droga che il pusher gli stava vendendo non era di buona qualità. Così Fiamma, la femmina di rottweiler di 2 anni d'età e legata al 13enne, si sarebbe scagliata contro Martinez, il quale con un coltello ha colpito sia lei che il suo padroncino.
Il decesso del 13enne e di Fiamma
I due acquirenti e il cane, a quel punto, stavano scappando verso la Golf e l'amico 19enne, ma Martinez li avrebbe inseguiti ferendoli ancora. Le ferite riportate da Fiamma si sono rivelate presto fatali, ed è deceduta poche ore dopo in una clinica veterinaria in cui era stata trasportata in condizioni critiche. Anche il 13enne, però, aveva riportato ferite gravissime, con una coltellata che gli aveva perforato un polmone e rotto alcune costole. Lui è deceduto il 30 maggio, due settimane dopo il ricovero.
La famiglia del 13enne ha ricordato quanto fosse legato alla sua rottweiler Fiamma: "L'aveva salvata dai maltrattamenti del proprietario precedente", ha detto il padre del ragazzo, "sono risaliti all'identità di mio figlio tramite il microchip del cane". Lo stesso giorno dell'aggressione, i carabinieri della Compagnia Duomo e della Stazione Moscova, coordinati dalla pmFrancesca Crupi, hanno fermato Martinez in un'abitazione a Pozzuolo Martesana. Indagato per tentato omicidio, ora è accusato di omicidio volontario, alla luce del decesso del 13enne.