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La clochard che ha rinunciato al bambino appena partorito: “Non potevo fare altro”

Ha scosso tutta Italia la storia di una coppia senza fissa dimora di San Donato (Milano) che, costretta dalla condizione di povertà, non ha riconosciuto il figlio appena nato. Le parole della madre: “Non avevamo scelta. Ma vorrei trovare un lavoro”
A cura di Francesca Del Boca
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Immagine di repertorio
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Coperte per terra, cartoni, ombrelli aperti per tentare di ripararsi dal freddo e dalla pioggia. È il giaciglio di Sabrina e Michael, i due ragazzi (24 anni lei e 29 lui) che dalla provincia di Cagliari, attraverso mille vicissitudini, sono finiti per strada a vagabondare accanto alla metropolitana di San Donato (Milano). I due ragazzi che hanno appena lasciato il loro bambino all'ospedale di Melegnano, senza riconoscerlo. "Come farebbe a vivere con noi in strada, al gelo?".

La storia di Sabrina e Michael, dalla provincia sarda alla strada di San Donato

Una storia che ha commosso e mobilitato l'Italia intera, che attraverso appelli social e chiamate tra redazioni e ospedali si è esposta per cercare di riportare il piccolo tra le braccia della madre naturale. "Ma come si fa a tenere un neonato in questa situazione? In più non abbiamo documenti, senza non possiamo fare niente. Ma vorrei trovare un lavoro", racconta lei a Il Corriere della Sera. La vicenda parte da lontano, dalla profonda provincia sarda. Ma sull'isola i due non ci volevano stare, "lì non c'è niente per noi". E quindi la Germania ("Lì stavamo bene, lui faceva il pizzaiolo dentro una fabbrica e io qualche lavoretto in nero"), il carcere tedesco, la droga e l'alcol a basso prezzo ("Serve per stare qui").

La gravidanza e l'intervento della ministra

E ancora i servizi psichiatrici, una gravidanza già interrotta da ragazzina ("Firmò mia madre perché ero minorenne. L'avrei fatta anche stavolta se mi fossi accorta di essere incinta: non mi sono proprio resa conto, da tre anni non avevo più il ciclo"). E, a questo proposito, è intervenuta con un post social anche la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. "Fra le storie che il Natale ci racconta c’è stata in queste ore quella di Sabrina e Michael, giovani genitori in condizioni di difficoltà economica estrema. La ragazza, nel dare alla luce il suo bimbo nato prematuro, ha scelto di lasciarlo in ospedale senza riconoscerlo, situazione che determinerebbe uno stato di adottabilità", ha scritto.

"Non possiamo avere la certezza che in condizioni diverse Sabrina avrebbe tenuto il bambino, sappiamo però che queste sono le motivazioni addotte. E sappiamo che sono tante le Sabrina che rinunciano alla maternità per ragioni economiche. Non si dica che serve una legge, perché la legge c’è. E’ la 194, e andrebbe soltanto attuata. Perché anche tanti che a parole la difendono poi non la mettono in pratica nella sua interezza. Anche questo è un problema di libertà femminile".

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