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“Io, a scuola con gli studenti che occupano per tornare in classe”: la lettera di un prof milanese

La lettera aperta di un professore dell’istituto Severi Correnti di Milano che ha deciso di passare la notte a scuola insieme agli studenti che occupavano per protestare contro la didattica a distanza e chiedere di tornare in aula. “Un gesto per cui, da docente, mi sento solo di dover ringraziare: ragazze e ragazzi che protestano per tornare, con noi, in classe! La realtà che supera, in meglio, l’immaginazione!”.
A cura di Simone Gorla
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"Stamattina mi sono svegliato stanco, infreddolito, ma soddisfatto, sereno e felice". Inizia così la lettera di Alberto Locatelli, docente dell'istituto Severi Correnti di Milano, che ha deciso di trascorrere la notte a scuola insieme agli studenti che hanno organizzato una occupazione per protestare contro il perdurare della didattica a distanza. I ragazzi e i loro professori ormai da fine ottobre non rimettono piede a scuola e la nuova zona rossa imposta ieri alla Lombardia rimanda ancora di almeno due settimane l'atteso rientro in aula. "Un gesto per cui, da docente, mi sento solo di poter, e quindi dover, ringraziare: ragazze e ragazzi che protestano per tornare, con noi, in classe! La realtà che supera, in meglio, l’immaginazione!".

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"Stamattina ero sereno perché nelle ore precedenti nulla era accaduto di ciò che più temevo: qualche collega, con più anzianità di servizio del sottoscritto al Severi-Correnti, mi aveva ragguagliato su tristi episodi di furti e devastazioni che sembrava avessero accompagnato passate occupazioni – racconta il professore -. Per fortuna, quello che mi sono permesso di osservare, dal mio privilegiato punto di vista di testimone oculare, sono stati studentesse e studenti che, pacificamente consapevoli della forza del loro gesto, si riappropriavano della scuola come luogo di confronto e socialità, ormai da troppo tempo fisicamente assente dalle nostre vite, scolasticamente condivise. Per fortuna nessuna devastazione, nessun furto, solo sana e responsabile voglia di tornare a scuola". A conclusione dell'occupazione, i partecipanti hanno rilanciato l’idea di un dialogo trasversale all’interno dell’Istituto con “un’Assemblea sul ‘Senso e l’importanza della Scuola’”.

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La decisione di rimanere a scuola durante la notte insieme alle ragazze e ai ragazzi – che prima di rientrare a scuola di sono tutti sottoposti al tampone per verificare la negatività al Covid – è stata presa insieme alla direzione della scuola. "Venerdì pomeriggio, dopo aver condiviso e sostenuto la mattinata di protesta, ho deciso, in accordo con la Dirigente scolastica e le Autorità di Pubblica Sicurezza, di rimanere durante la notte per offrire supporto a ragazze e ragazzi ed alle suddette Autorità un filo diretto in caso di emergenza", spiega il docente, che invita nella sua lettera gli studenti, i suoi colleghi, ma anche i genitori e tutto il personale, "a godere della splendida vista della ‘luna’ che queste ragazze e ragazzi ci stanno indicando, lottando per tornare a scuola, e di non soffermarsi sul ‘dito’, su gesti che ad alcuni potrebbero sembrare estremisti, pericolosi e che invece di estremo credo abbiano solo la disperazione per una situazione ormai non più sostenibile e la consapevole e responsabile voglia di tornare in classe, in presenza, in sicurezza". 

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