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Inchiesta sull’urbanistica a Milano

Inchiesta urbanistica, oggi il ricorso del “re del mattone” Catella contro i domiciliari: “Non ci fu corruzione”

Il ceo di Coima Manfredi Catella è accusato di aver corrotto l’ex membro della Commissione Paesaggio Alessandro Scandurra attraverso consulenze “mascherate da tangenti” per ottenere voto favorevole sui propri progetti edilizi. Oggi il ricorso al Tribunale del Riesame contro i domiciliari.
A cura di Francesca Del Boca
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Si è presentato oggi al Palazzo di Giustizia Manfredi Catella per chiedere la revoca degli arresti domiciliari ai giudici del Riesame. Nell'ambito dell'inchiesta sul sistema dell'urbanistica che ha travolto la città di Milano, il costruttore e ceo di Coima è accusato di aver corrotto l’architetto Alessandro Scandurra, ex membro della commissione per il Paesaggio del Comune, attraverso consulenze “mascherate da tangenti” per ottenere voto favorevole sui propri progetti edilizi.

Nelle scorse settimane il Riesame si era già espresso sui ricorsi presentati dagli altri cinque arrestati nell’ultimo filone dell’inchiesta, sostituendo i domiciliari con una interdittiva di un anno per l’ex assessore Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella. Per Alessandro Scandurra e Andrea Bezziccheri (l’unico finito in carcere) sono stati invece già annullati gli arresti.

Le accuse nei confronti di Manfredi Catella

Nello specifico, a seguito delle indagini dei pm del pool di Tiziana Siciliano Petruzzella, Clerici e Filippini, il ceo di Coima Manfredi Catella si trova accusato di corruzione o concessione indebita per aver versato parcelle dal valore di circa 138.873 euro a favore del membro della Commissione Paesaggio Alessandro Scandurra (indagato) in cambio del suo supporto nell'approvazione di progetti urbanistici come il Villaggio Olimpico allo Scalo Romana o il Pirellino P-39 in zona Melchiorre Gioia. In particolare su quest'ultimo cantiere hanno puntato i riflettori i magistrati della Procura di Milano: stando a quanto emerso dall'attività investigativa lo stesso Catella, con l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, avrebbe infatti esercitato frequenti pressioni sul presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni al fine di influenzarne l’iter approvativo.

Le prove? Il fatto che il parere della Commissione, inizialmente negativo (23 marzo 2023) si tramuti poi, dal 22 giugno, in parere "favorevole condizionato" e infine, il 5 ottobre, definitivamente favorevole. In mezzo, le chat ora agli atti tra Tancredi e il re del mattone. "Giancarlo, sta diventando un accanimento insostenibile. Plz vediamo come risolvere", uno dei messaggi di Catella all'assessore all'Urbanistica di Milano, il 24 marzo. Tancredi: "Parlerò con Giuseppe. (…) Hai visto che ’ho presa sul serio, con una partecipazione che va ben oltre il mio ruolo".

In un'altra chat datata 12 dicembre 2024 Catella, parlando dei suoi progetti (tra cui Pirellino e Scalo Romana), scrive ancora al direttore generale Christian Malangone: "Sei un artista. Dai ragazzi adesso sbloccateci su questi progetti plz caffé quando vuoi". Messaggi che, secondo i pm, evidenzierebbero una costante attività di pressione da parte di Catella e, allo stesso tempo, dimostrerebbero la continuità e la profondità dell'"asservimento delle funzioni pubbliche svolte da Malangone e Tancredi agli interessi privati di Coima".

La difesa di Manfredi Catella

Tramite i difensori Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, Catella si è difeso dall'accusa di corruzione negando il presunto "patto corruttivo" con Alessandro Scandurra, allora componente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino, di cui "non ci sarebbero prove". I legali contestano, infatti, che la fattura del 31 luglio 2023 da 28,548 euro emessa nei confronti di Coima Sgr dallo studio di Scandurra (che secondo il gip Fiorentini sarebbe stata "funzionale unicamente a giustificare" la "tangente" tra l'architetto e Catella) sia "oggettivamente falsa".

"È una fattura emessa a fronte di prestazioni che, come documentato, sono state effettivamente rese", si legge. In particolare, la prestazione a cui fa riferimento la difesa sarebbe un incarico di due diligence del settembre 2022 "dei comparti Cenisio 1/Messina 50 e Messina 53/De Benedetti 1″ per cui Scandurra ha ricevuto un compenso di 15mila euro e una success fee di 7,500 euro maturata in seguito all'assegnazione definitiva di uno dei due lotti. L'importo totale è di circa 22mila euro che, maggiorato di cassa architetti e IVA, corrisponderebbe a quanto fatturato.

"Catella non aveva alcun rapporto con Scandurra", avevano dichiarato i legali, sostenendo che il ceo di Coima "non è firmatario dei contratti" con il professionista e componente della Commissione "né tantomeno ha autorizzato il pagamento della fattura" in questione. E anche se nell'interrogatorio preventivo Catella "si è assunto una responsabilità generale in coerenza con la sua etica e deontologia", ciò non significa "l'approvazione di un qualsivoglia preteso patto corruttivo".

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