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Il video del ragazzo che barcolla nel Cpr di Milano: “È rimasto privo di conoscenza per giorni”

Bilal (nome di fantasia) è un ragazzo che si trovava al Cpr di via Corelli a Milano: è stato ripreso mentre barcolla e fa fatica a restare in piedi. La rete Mai più Lager – No ai CPR ha raccontato che è stato steso su un materasso svenuto per giorni e che non avrebbe mai ricevuto alcuna assistenza medica.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alcuni frame del video pubblicato dalla rete di realtà No ai Cpr (Fonte: Instagram)
Alcuni frame del video pubblicato dalla rete di realtà No ai Cpr (Fonte: Instagram)

Nella serata di ieri, lunedì 11 settembre, la rete di realtà Mai più Lager – No ai Cpr ha pubblicato sul suo canale Instagram un video che è stato girato all'interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di Milano. Le immagini mostrano un ragazzo che è in evidente difficoltà: fa infatti fatica a restare in piedi.

Da mesi diverse associazioni e avvocati hanno raccontato come nella struttura sussistano condizioni inumane: cibo scadente, condizioni igieniche inesistenti e persone abbandonate a loro stesse.

Bilal sarebbe stato privo di coscienza per giorni

Il protagonista del filmato condiviso ieri è Bilal (nome di fantasia usato dalla rete di realtà): il ragazzo, dopo l'intervento del suo legale e le segnalazioni delle associazioni al Garante nazionale, è stato liberato. Nonostante questo, Mai più Lager – No ai CPR ha voluto mostrare le condizioni in cui era costretto a vivere.

Il giovane è stato ripreso mentre barcolla nel cortile del centro fino ad accasciarsi al suolo. Raccontano che sarebbe stato anche sottoposto ad alcune "punture" tanto da rimanere "privo di conoscenza per alcuni giorni".

Nessun medico lo avrebbe aiutato

"Preferiamo coprire il volto gonfio con gli occhi semichiusi, per non renderlo riconoscibile, ora che, rilasciato, è stato ributtato sul territorio, abbandonato a se stesso, ovviamente senza nessuna presa in carico", spiegano dalla rete di realtà. Ci sarebbe anche un altro video in cui Bilal è su un materasso accerchiato dai compagni che lo scuotono per farlo svegliare, ma senza alcun successo "tanto pesante era la dose somministratagli".

Il ragazzo avrebbe provato anche a togliersi la vita più volte al giorno "anche sei, dicono" e non avrebbe avuto alcun tipo di assistenza: avrebbe avuto una ferita a un piede che non sarebbe stata medicata per giorni tanto da non riuscire "più a camminare tanto era gonfio e rosso il piede".

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