Il vicino di casa di Pamela Genini: “Ho visto Soncin accoltellarla sul terrazzo, gli gridavo di lasciarla stare”

Per poter ricostruire quanto accaduto la sera del 14 ottobre nell'appartamento di via Iglesias, in zona Gorla a Milano, in cui Pamela Genini viveva in affitto, gli investigatori hanno ascoltato le testimonianze di diversi vicini di casa della 29enne. Tra loro, c'è chi ha raccontato di aver visto la giovane modella e imprenditrice provare a scappare, ma che un uomo la trascinava dentro l'abitazione tirandola per i capelli. Una donna ha detto di aver sentito le urla della 29enne dal palazzo di fronte al suo e la voce di un altro vicino che gridava: "Smettila, lasciala stare". Sarebbe stato proprio questo terzo testimone ad aver assistito all'aggressione sul balcone di casa di Genini, con un uomo che la colpiva prima con schiaffi e, poi, con un oggetto. L'aggressore era Gianluca Soncin, ora in carcere con l'accusa di omicidio pluriaggravato.
Erano all'incirca le 21:45 del 14 ottobre quando il dirimpettaio di Genini ha iniziato a sentire trambusti "come di una lite" e ripetute richieste di aiuto. L'uomo ha raccontato agli investigatori della polizia di Stato che, quando ha scrutato dallo spioncino del portone, avrebbe visto la 29enne che cercava di scappare dal suo appartamento ma che un uomo, ovvero Soncin, "la tirava per i capelli e la trascinava di nuovo dentro". Dopo un breve silenzio, le urla della donna sarebbero riprese dal terrazzo. A quel punto, il vicino ha deciso di intervenire insieme ad altri condomini, ma ormai i poliziotti stavano già cercando di entrare.
Quelle urla di Genini sono state udite anche da chi vive nel palazzo di fronte al suo. Una donna ha raccontato di aver sentito, mentre preparava la cena, una giovane che invocava aiuto: "Non lo farò più", diceva, "smettila ho una famiglia". La donna ha detto di essersi affacciata dal balcone in un momento di silenzio e, a quel punto, le pattuglie della polizia erano già in strada. Dall'appartamento sopra al suo un uomo gridava: "Smettila, lasciala stare".
Quest'ultimo testimone è quello che ha avuto probabilmente una visione più completa di quanto accaduto sul balcone dell'appartamento di Genini. Ai poliziotti ha raccontato di aver visto una donna "inginocchiata che urlava" e un uomo che le dava numerosi schiaffi al volto. Ha spiegato di non essere riuscito a distinguere bene, ma che di certo quell'uomo, ovvero Soncin, stava colpendo Genini con un oggetto. A quel punto gli avrebbe gridato: "Cosa stati facendo? Lasciala stare". Quando i poliziotti sono riusciti a fare irruzione nell'appartamento di Genini, la 29enne era ormai in fin di vita. Soncin, che l'aveva accoltellata 24 volte, perdeva sangue perché aveva tentato di togliersi la vita.