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Il ricordo di Girolamo, morto schiacciato sul lavoro a 31 anni: “Viveva per il nipotino”

Girolamo, morto schiacciato da una colata di 20 tonnellate in una fabbrica di Pontevico (Brescia), si era trasferito in Lombardia per stare vicino al nipotino di 4 anni. “Ora bisognerà dire al piccolo che lo zio non c’è più. Erano legatissimi”.
A cura di Francesca Del Boca
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"Girolamo era una persona fantastica, impazziva per suo nipote. Per essere contento, gli bastava stare con mio figlio". Non si dà pace Nicoletta, cognata di Girolamo. Ovvero l'operaio 31enne che ieri a Pontevico (Brescia) è morto schiacciato da uno stampo di 20 tonnellate. "Siamo distrutti. Non riusciamo ancora a capacitarci". 

Il nipotino Maurizio

E ricorda così l'amatissimo fratello del marito, che da Foggia (luogo d'origine della famiglia) aveva scelto di trasferirsi a Cremona proprio per stare vicino al piccolo Maurizio, 4 anni. In città Girolamo era arrivato solo un anno fa, nel settembre del 2021. E qui si era trovato un lavoro all’Eural Gnutti di Pontevico, dove a luglio di quest’anno era stato assunto a tempo indeterminato. Era contento: un lavoro sicuro e l'affetto di quel bambino tanto adorato. Fino a ieri.

"Ieri sono arrivati due colleghi a darci la notizia", ha raccontato Nicoletta a La Provincia di Cremona. E tutto è cambiato, per sempre. "Ora dovrò dire al mio bambino che lo zio non c’è più. Erano legatissimi".

Emergenza morti sul lavoro in Lombardia

Un'emergenza, quella delle morti e degli infortuni sul lavoro, più grave che mai: in Lombardia, fino al 31 luglio 2022, salgono a 84.108 feriti e a 90 morti. La regione con i numeri più alti, e con il maggior incremento anno dopo anno.

Numeri preoccupanti, se confrontati con quelli relativi allo stesso periodo del 2021. Solo negli ultimi tre giorni, nella regione, sono ben tre gli infortuni gravi e due gli incidenti gravi. 

L'azienda non ha fermato la produzione

"Ancora più atroce", considerando che nel caso di Girolamo "l'azienda non ha fermato la produzione. I camion in entrata e uscita sono stati fermati dopo alcune ore dall'accaduto", è arrivata la denuncia dei sindacati. "Neanche di fronte alla morte ci si ferma, la logica del profitto prevale sulla vita, su tutto. Non sono morti bianche o infortuni mortali, sono omicidi".

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