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Il parroco della comunità ucraina di Milano: “Pronti ad accogliere chi scappa dalla guerra”

A Fanpage.it il parroco della Comunità Ucraina di Milano Don Igor Krupa racconta queste ore di preoccupazione soprattutto perché nei luoghi dei bombardamenti ci sono parenti e amici.
A cura di Giorgia Venturini
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Anche Milano si sta stringendo attorno alla comunità ucraina da quando la Russia ha dato il via ai bombardamenti. Già ieri giovedì 24 febbraio, primo giorno dell'invasione decisa da Vladimir Putin, una piccola parte della comunità ucraina a Milano si è trovata davanti al Consolato russo in via Sant'Aquilino a Milano, vicino alla fermata della metro Segesta: come ha documentato Fanpage.it, le persone che si sono date appuntamento davanti alla sede diplomatica della Federazione russa erano circa una ventina. Quasi tutte erano avvolti da bandiere dell'Ucraina, il caratteristico vessillo con i colori giallo del grano e blu del cielo. La protesta pacifica è andata avanti anche in altre zone della città e continueranno anche domani 26 febbraio, quando si griderà "no" alla guerra in largo Cairoli. A raccontare queste ore di tensione a Fanpage.it è il parroco della Comunità Ucraina di Milano Don Igor Krupa.

Don Igor Krupa, foto dal sito della Chiesa di Milano
Don Igor Krupa, foto dal sito della Chiesa di Milano

Semplicemente, come state?

Anche se siamo lontani dai luoghi del conflitto i sentimenti non sono per nulla belli. Siamo preoccupati, soprattutto perché abbiamo lì le nostre famiglie. Ovvero le cose più care che abbiamo. Per questo non è semplice.

Riuscite a stare in contatto quotidianamente con i vostri parenti? 

Per fortuna sì. Con i mezzi di comunicazione di oggi riusciamo ad avere tutte le informazioni che servono. Restare in contatto il più possibile è la cosa più logica che possiamo fare.

Cosa dicono i vostri parenti?  

Si dice che la situazione è stabile e vivibili. C'è paura però: le strade sono vuote e le metropolitane sono piene di gente che cerca di ripararsi dai bombardamenti. In Ucraina io ho mio padre, mio fratello e mia sorella con le loro famiglie. La paura e la guerra sono improvvisamente diventate delle cose reali.

State già pensando di accogliere parenti o amici? Qualcuno sta cercando di raggiungere l'Italia?

L'Italia è lontana. Bisogna fare un lungo viaggio e se si conta che anche gli aeroporti sono stati bombardati non è semplice. Via terra arrivarci in questo momento è complicato. Le persone cercano di nascondersi, di trovare un qualsiasi tipo di rifugio. Certo è che quando arriverà qualcuno saremo pronti ad accoglierlo.

Una situazione assurda…

Soprattutto se si pensa che noi esseri umani cerchiamo le cure per diverse malattie gravi contro cui combattiamo per un lungo tempo e non riusciamo ad annientare la guerra. Nello stesso momento che dobbiamo fare i conti con una pandemia arriva anche la guerra. Come se le vittime del Covid non fossero sufficienti. La guerra è una pazzia. Non esistono giustificazioni.

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