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Guerra in Ucraina

A Milano le associazioni si organizzano per accogliere madri e bimbi ucraini in fuga dalla guerra

A Milano e in Lombardia le associazioni presenti sul territorio da sempre impegnate in missioni umanitarie rivolte alla popolazione bielorussa colpita dagli effetti di Chernobyl, si stanno organizzando per accogliere madri e figli sfollati dall’Ucraina.
A cura di Filippo M. Capra
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Il sindaco Beppe Sala l'ha annunciato qualche ora fa: da oggi sono attesi i primi profughi ucraini in fuga dalla guerra a Milano, per lo più bambini. Con loro, anche le madri. L'accoglienza che il capoluogo di regione lombardo riserverà agli innocenti che stanno fuggendo dal conflitto in corso è organizzata grazie alla collaborazione tra Comune, Prefettura e gli enti che si prenderanno cura di loro.

Sul territorio milanese e lombardo, però, ci sono diverse associazioni umanitarie che si sono rese disponibili ad accogliere, attraverso le famiglie della loro rete, bambini e donne ucraini in arrivo nei prossimi giorni. Tra queste, anche l'associazione La Rondine di Bollate che fino a prima del Covid ha sviluppato per anni la collaborazione con la Bielorussia nell'ambito delle ospitalità dei cosiddetti "bambini di Chernobyl". Questi raggiungevano per un mese l'Italia con l'obiettivo di rafforzare il proprio sistema immunitario poiché proveniente da zone della Bielorussia fortemente colpite dalle piogge acide cadute a seguito dell'esplosione del reattore 4 della centrale nucleare ucraina.

A causa della pandemia le visite e gli spostamenti sono stati sospesi, ma le famiglie che hanno accolto i piccoli (poi diventati grandi, alcuni dei quali oggi sposati e con figli) hanno deciso di dare un seguito pratico alla richiesta di aiuto degli sfollati ucraini che cercano riparo e un posto sicuro lontani dai bombardamenti russi. Per questo motivo, La Rondine si è attivata contattando il Ministero degli Esteri italiano e capire come organizzare dapprima i corridoi umanitari e poi l'assegnazione di bimbi e donne alle rispettive famiglie che verranno ospitati nelle case di chi si è reso eleggibili per prendersi cura di loro.

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