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News sull'omicidio di Yana Malayko

Il papà di Yana, uccisa dall’ex fidanzato: “Non ti ho difesa, sarai il mio cuore per tutta la vita”

“Mio Sole, scusami. Non ho potuto difenderti”: a dirlo è il padre di Yana, la 23enne che sarebbe stata uccisa dall’ex fidanzato il 19 gennaio. Il suo corpo è stato trovato l’1 febbraio, dopo dodici giorni.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Mio Sole, scusami. Non ho potuto difenderti. Tu sarai il mio cuore tutta la mia vita. Ti amo da morire, ti amerò, scusami, Sole. Scusami": a pronunciare queste parole cariche di disperazione e dolore è Oleksandr Malayko, il padre di Yana Malayko uccisa dal suo ex fidanzato il 19 gennaio scorso.

Il cadavere della 23enne è stato trovato mercoledì 1 febbraio, dopo dodici giorni dalla sua morte, in un sacco nascosto in un fosso a Castiglione delle Stiviere. E in quel punto, delimitato dalle forze dell'ordine, sono stati lasciati alcuni ceri, fiori e messaggi: "Sarai sempre nei nostri cuori", scrivono alcune amiche.

Arrestato l'ex fidanzato

L'ex fidanzato, Dumitru Stratan, si trova in carcere dal 21 gennaio: è accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Subito dopo il ritrovamento del corpo della figlia, Oleksandr si è rivolto al 33enne: ha affermato che pagherà "il prezzo più alto possibile". Ha poi ringraziato tutti coloro che hanno aiutato nelle ricerche e precisato di aver fiducia nella giustizia italiana: "Io e mia figlia morta chiediamo giustizia".

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La trappola

Gli investigatori credono che Stratan, la sera del 19 gennaio, abbia teso una trappola all'ex fidanzata che perseguitava da diverso tempo. L'avrebbe convinta a incontrarlo sostenendo che il cane, che avevano comprato insieme, stesse male e che avesse bisogno delle sue cure. La 23enne avrebbe accettato di incontrato nell'appartamento della sorella di lui, la quale aveva offerto una sistemazione provvisoria proprio a Yana che considerava come una sorella.

Il 33enne, che avrebbe avuto le chiavi di quella casa, l'avrebbe aspettata dentro e poi l'avrebbe uccisa. Avrebbe nascosto il corpo in un sacco nero e lo avrebbe poi caricato in auto. Questa azione sarebbe stata ripresa da alcune telecamere. Sarebbe poi partito alla volta delle campagne dove, a un certo punto, si sarebbe anche impantanato. Sarebbe stato aiutato da un agricoltore a liberare la sua Mercedes e poi si sarebbe diretto verso il luogo dove avrebbe nascosto il sacco.

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Le tracce di sangue

Avrebbe abbandonato l'auto e sarebbe tornato indietro facendo l'autostop. La sorella lo avrebbe poi trovato in casa: avrebbe notato le macchie di sangue e che Yana non era in casa. Dopo alcune domande, il 33enne le avrebbe confessato il delitto e lei lo avrebbe denunciato ai carabinieri.

I militari hanno trovato tracce ematiche in casa e sull'auto di Stratan dove avrebbero trovato anche una piccola vanga. Dai racconti della sorella e del nuovo fidanzato di Yana, è emerso che il 33enne la perseguitava da diverso tempo: "Yana era sicura che lui la seguisse. Dumitru le aveva detto che poteva geo-localizzarle il cellulare per scoprire ogni suo movimento, e infatti vedevo Yana che spegneva e riaccendeva il telefonino nella speranza di eludere il controllo".

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