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Il bignè, l’arancina, la birra: così Omar Confalonieri drogava le sue vittime per violentarle

Ecco come Omar Confalonieri ha stordito le sue vittime, spesso in collaborazione con la moglie, per violentarle sessualmente.
A cura di Filippo M. Capra
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Omar Confalonieri è un "violentatore seriale". Lo sostiene la Procura dopo le indagini condotte sui casi di stupro di cui è accusato l'imprenditore a cui si sono aggiunti altre cinque presunte violenze. Con lui, è accusata anche la moglie. Sono diverse le strategie adottate da Confalonieri per stordire le proprie vittime e abusare di loro.

La trappola del bignè

Come riportato dal Corriere della sera, c'era "la trappola del bignè", utilizzata nel giugno del 2007. Contattata, a una sua conoscente viene offerto un affare immobiliare. Recatosi a casa della donna con dei pasticcini, mirto e una borsa da palestra, Confalonieri avrebbe costretto la donna a mangiare uno dei bignè portatole alla bocca. Così, la vittima perde improvvisamente lucidità ricordando solo di essere stata rannicchiata su un tavolino, assonnata, con la testa fra le mani. Poi si sarebbe accasciata. Il risveglio qualche ora più tardi, col suono del cellulare. Quando si alza, non ha la biancheria intima.

L'arancina drogata

Un'altra ragazza, amica della moglie, ha testimoniato dicendo di averlo incontrato nel 2012: "Era molto sudato, come se avesse fatto la doccia, era come se fosse inzuppato. Era molto alterato e io avevo ritenuto che fosse per il caldo". Per gli inquirenti invece Confalonieri era su di giri per l'abuso di cocaina. Accompagnata a casa, alla ragazza viene offerta un'arancina dopo la quale perde i sensi. L'indomani mattina si sveglia con abiti diversi rendendosi conto che potrebbe essere successo qualcosa di strano. Si è rivolta alla Mangiagalli per la presunta violenza sessuale e da lì ha chiamato Confalonieri, come detto ai carabinieri: "Continuava a scusarsi e diceva che eravamo entrambi molto ubriachi e che lui aveva preso anche degli ansiolitici e che per errore li aveva messi nel bicchiere dove poi avevo bevuto anche io".

Le altre violenze

Un'altra vittima, una ex compagna di scuola che durante una rimpatriata nel 2013 stordita con il benzodiazepine: "Mi abbracciava in maniera particolarmente intensa, mi toccava", ha detto la donna ai militari di Corsico nel dicembre scorso. Riuscita a divincolarsi, è tornata a casa raccontando tutto al marito, nonostante lo stato di semi incoscienza. C'è poi il caso della ragazza minorenne invitata a pranzo da Confalonieri insieme al padre. Entrambi drogati con una birra al limone e uno spritz, restano intontiti e perdono i sensi. La moglie di Confalonieri resta con la giovane mentre il padre si addormenta. Poi l'imprenditore le chiede di mettere un costume da topolino e resta in balìa della coppia per ore.

La tisana amara

Nel 2015 una ragazza di 20 anni si sveglia, nuda, nel letto di Confalonieri. Prova a coprirsi ma su di lei c'è l'imprenditore. La giovane era stata invitata a casa insieme alla madre. A entrambe, Confalonieri aveva servito una tisana dal sapore amaro che aveva provocato una stanchezza improvvisa alla coppia. La ragazza inizia a stare male ma la moglie dell'imprenditore la convince ad aspettare di stare meglio prima di andare a casa, poi la perdita dei sensi.

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