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I residenti di via Sarpi protestano per la canna fumaria di Kfc: “Invasi dalla puzza di pollo fritto”

Alcuni residenti da un anno protestano contro la maxi canna fumaria installata da Kfc tra via Canonica e via Paolo Sarpi: la puzza di pollo ha infatti invaso le vie e i palazzi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Fonte: Facebook
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Da oltre un anno i residenti di via Paolo Sarpi e via Canonica a Milano sono costretti a fare i conti con la maxi canna fumaria di proprietà dal Kentucky Fried Chicken – noto a tutti come Kfc – che si trova al civico 61. Alcuni di loro, uniti sotto il gruppo Residenti Canonica Sarpi Ovest, chiedono di porre rimedio a una situazione diventata insopportabile.

"Non viviamo più, siamo costretti a stare con le finestre chiuse". Installata ad agosto 2021, la canna fumaria ha, prima di tutto, sovrastato i palazzi: l'enorme serpentone, largo 80 centimetri, si snoda su una palazzina bianca. A questo problema, si aggiunge la puzza di pollo fritto: "Deturpa il decoro condominiale e rende la vista, e anche i cortili, uno scempio, portando dentro le nostre case un insopportabile odore di pollo fritto e olio".

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Le scuse di Kfc

Sul caso è intervenuta la stessa azienda. In una nota stampa, Kfc si è scusata per i disagi: "La realizzazione del ristorante è avvenuta nel totale rispetto delle normative e delle autorizzazioni ricevute da parte sia dell'amministrazione comunale che del condominio. Kfc è stata fin dall'inizio ed è tuttora totalmente disponibile a confrontarsi con le persone interessate per trovare insieme soluzioni che vadano incontro alle esigenze di entrambe le parti".

L'intervento del presidente del Municipio 1

Non è mancato l'intervento della classe politica. Il presidente del Municipio 1, Mattia Abdu, ha infatti detto che c'è sul tavolo l'impegno di sostituire "alcuni materiali di quella canna fumaria per diminuire le emissioni, ma i cittadini nonostante alcuni lavori siano stati fatti si lamentano del fatto che la situazione non è migliorata e nulla è stato risolto".

"Anche se è certificato che quell'impianto è a norma, esistono delle attività che disturbano il vicino. Ritengo che anche se il ristorante rispetta la legge esiste un principio di rispetto di comunità. Queste vicende dimostrano che non è considerato prioritario rispetto al diritto di fare impresa".

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