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Garante dei detenuti sul caso Corona: “Difficile riesca a ottenere trattamento adeguato in carcere”

Sul caso Corona interviene il garante dei detenuti di Regione Lombardia Carlo Lio: “L’esperienza che ho maturato mi porta ad affermare che, all’interno degli istituti di pena, le persone a cui è stato diagnosticato un disturbo psichiatrico difficilmente riescono a ottenere trattamenti adeguati”. La sua dichiarazione arriva poche ore dopo il trasferimento dell’ex paparazzo dall’ospedale di Niguarda, dove era ricoverato dopo la ferita che Corona si era procurata al braccio non appena aver saputo della revoca ai domiciliari, al carcere di Monza.
A cura di Giorgia Venturini
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"L'esperienza che ho maturato mi porta ad affermare che, all'interno degli istituti di pena, le persone a cui è stato diagnosticato un disturbo psichiatrico difficilmente riescono a ottenere trattamenti adeguati". Così interviene sul caso Corona il garante dei detenuti di Regione Lombardia Carlo Lio poche ore dopo il trasferimento dell'ex paparazzo dall'ospedale di Niguarda, dove era ricoverato dopo la ferita che Corona si era procurata al braccio non appena aver saputo della revoca ai domiciliari, al carcere di Monza. Poi Carlo Lio continua a spiegare: "La finalità della pena è sempre la riabilitazione degli individui ed è orientata, per principio, al reinserimento dei condannati in un possibile contesto socio-lavorativo. L'idea di un carcere meramente punitivo per fortuna non appartiene alla nostra civiltà giuridica. Le persone che presentano patologie psichiatriche sono tra le categorie più fragili, esposte alle carenze strutturali del sistema e per costoro andrebbe formulato un progetto concreto, predisposto da una équipe di professionisti, comprensivo di professionalità cliniche". Secondo lo storico legale di Corona Ivano Chiesa i magistrati non hanno tenuto conto dei pareri medici degli esperti: "La malattia dell'ex paparazzo non sarebbe compatibile al carcere", spiega Chiesa.

Poi il garante aggiunge: "Questo percorso non può prescindere dalla presa in carico sanitaria del soggetto e dall'individuazione del luogo più idoneo al percorso riabilitativo formulato, che spesso non è compatibile con le strutture detentive carcerarie. Si auspica pertanto che le valutazioni tecniche-psichiatriche e psicologiche dei clinici concorrano a determinare le misure più idonee individuate dai magistrati per i soggetti che presentino una diagnosi di patologia psichiatrica acclarata", conclude Carlo Lio.

Avvocato di Corona: Lui non si ferma, lui andrà a morirà

Per il garante Corona rientrerebbe tra quei carcerati che non avrà un trattamento adeguato. Intanto le condizioni di salute di Fabrizio Corona preoccupano: "Sta male ed è stato trattato come uno dei peggiori criminali", tiene a precisare Ivano Chiesa. Poi l'avvocato entra nei dettagli: "È stato portato via dall'ospedale da otto poliziotti alle 22.45 di ieri sera, dopo essere stato svegliato. Troppo esagerato, come se Fabrizio fosse un uomo pericoloso. In 35 anni di carriera è la prima volta che mi capita di assistere a un trasferimento da un ospedale a un carcere di un detenuto in notturna". Da giorni Fabrizio Corona sta facendo lo sciopero della fame: al giorno beve solo acqua e caffè d'orzo. "Lui non si ferma, lui andrà a morirà. Sta vivendo tutto questo come il torto più grande della sua vita".

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