Don Jordan Coraglia arrestato per pedopornografia: usava sim inglesi e un’app per scambiare file in incognito

Sim inglesi e un'applicazione per navigare online in incognito: queste le strategie utilizzate da Don Jordan Coraglia, ex parroco di Castelcovati messo agli arresti domiciliari con l'accusa di detenzione e diffusione di file pedopornografici. La Polizia Postale, coordinata dalla Questura di Roma, avrebbe trovato nei suoi dispositivi circa 1.500 contenuti, tra foto e video, a sfondo sessuale con soggetti minorenni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il sacerdote avrebbe scambiato il materiale su gruppi Telegram specializzati, di cui, in un caso, sarebbe anche stato amministratore.
Sentito dal giudice per le indagini preliminari Angela Corvi, il religioso avrebbe ammesso di aver posseduto i file, ma avrebbe precisato di non averli mai prodotti. Il parroco, fondatore della squadra nazionale italiana di calcio dei sacerdoti, si trova ora agli arresti domiciliari in un'area senza connessione internet.
La diocesi di Brescia, che ha sospeso il parroco e ha annunciato l'apertura di un'indagine nell'ambito della giustizia ecclesiastica, si è detta addolorata per l'accaduto: "Quanto riscontrato dalle autorità competenti dovrà giustamente essere valutato, ma pone il presbitero in una posizione estremamentedelicata". Don Adriano Bianchi, portavoce del vescovo di Brescia, ha però rassicurato che in quanto successo "Non sono in alcun modo coinvolti minori della comunità parrocchiale e non sono state individuate condotte inappropriate da parte sua nei confronti delle persone a lui affidate nella cura pastorale".
In questo, la vicenda di Don Jordan differisce da quella di Don Ciro Panigara, altro sacerdote arrestato solo poche settimane fa sempre in provincia di Brescia con l'accusa di violenze sessuali sui minori della parrocchia. Le vittime, di età compresa tra i 10 e i 12 anni, sarebbero appartenute alle comunità nelle quali il prete ha operato: i comuni di San Paolo e Adro.