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Compare un cartello di estrema destra all’Università Statale: “Abortisci una femminista”

Uno striscione firmato dall’associazione di estrema destra “Rete studentesca” è comparso sui muro dell’Università Statale di Milano. Riportava la scritta: “Abortisci una femminista”.
A cura di Giorgia Venturini
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Spunta un cartello di estrema destra all'Università Statale di Milano. Sul muro esterno è comparsa la scritta: "Abortisci una femminista". Lo striscione è stato firmato dall'associazione "Rete studentesca" che sui social hanno spiegato tutto, così come è stato ripreso da La Repubblica: "Ci hanno fatto notare che quei pagliacci di UniSì han provato a portare l'armata brancaleone dell'omicidio prenatale in università. Abbiamo quindi deciso di esporre il nostro punto di vista sul tema aborto nel metodo che da sempre ci contraddistingue".

E poi hanno aggiunto: "Chissà se questi quattro falliti fuoricorso rabbiosi, protetti dal potere costituito, avversi alle docce e alle sessioni di esame, si saranno resi conto che le loro stronzate non sono tollerate da chi non è annichilito dalla vita e non ha necessità di riversare la sua frustrazione su esseri indifesi come i bambini".

Il cartello dopo il convegno sul diritto all'aborto

Tutto fa riferimento a un convegno organizzato da UniSì sul diritto all'aborto: all'incontro erano presenti la docente di Gender justice Costanza Nardocci, la presidente di Laiga 194 Silvana Agatone e l'attivista Ginevra Falciani e l'avvocata Giulia Crivellini di Liberadiabortire organizzato appunto dalla lista di sinistra UniSì.

La mattina successiva chi si è accorto del cartello lo ha fatto togliere. Sul caso è intervenuto il presidente di UniSì Pietro Radaelli che ha spiegato in una nota riportata da La Repubblica: "E' abominevole che nel 2022 gruppi fascisti, i cui componenti non si fanno neanche vedere in faccia e che non fanno parte della rappresentanza studentesca universitaria, possano permettersi di offendere così le donne, lo è ancora di più nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne". E poi ha aggiunto: "Noi continueremo a promuovere la possibilità di fare cultura e informazione nelle università".

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