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Omicidio di Giulia Tramontano, ultime notizie

Com’è possibile che i carabinieri non abbiano controllato il box in cui Impagnatiello ha nascosto Giulia Tramontano

“Se la presenza di questo box era certificata è un errore, se non lo era rimane comunque uno sbaglio ma in qualche modo giustificabile”, a dirlo a Fanpage.it è l’investigatore ed ex commissario di polizia Celeste Bruno relativamente al fatto che i carabinieri, intervenuti dopo la denuncia di scomparsa di Giulia Tramontano, non hanno subito approfondito quali fossero le pertinenze dell’abitazione che la giovane condivideva con Alessandro Impagnatiello, l’uomo accusato per il suo omicidio.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di oggi, lunedì 12 febbraio, si è svolta la seconda udienza davanti alla Corte d'Assise di Milano per Alessandro Impagnatiello, il barman trentenne che è accusato per l'omicidio della compagna Giulia Tramontano. Sono stati ascoltati i prime teste. Tra loro ci sono i carabinieri che sono intervenuti la sera del 28 maggio quando l'uomo si è presentato alla stazione per denunciare la scomparsa della 29enne.

"Diceva che non si era preoccupato perché la sera prima avevano avuto una lite per un tradimento", ha dichiarato il comandante. Dopo la denuncia di scomparsa, i militari sono saliti sull'automobile di Impagnatiello "perché non c'erano automobili di servizio disponibili". Gli investigatori hanno subito avvertito un forte odore di benzina: "Lui si è giustificato dicendo che si era versata una bottiglia di benzina".

Quando sono arrivati nell'abitazione, i carabinieri hanno chiesto quali fossero i luoghi di pertinenza dell'abitazione: "Ci dicono che ci sono solo casa e cantina". L'imputato ha infatti omesso la presenza del box dove ha inizialmente nascosto il cadavere di Tramontano per provare a dargli fuoco. I militari, in quel momento, hanno commesso un errore? Avrebbero quindi potuto trovare il cadavere molto tempo prima senza aspettare che fosse lui a spostarlo altrove e a indicare la successiva posizione?

"Non posso entrare nei meccanismi utilizzati per svolgere questa indagine. Certo è che è necessario che cambino i sistemi di recepimento di una denuncia di scomparsa. Non tutti i casi sono uguali, ma – come dimostrano le statistiche – nel 70 per cento dei casi si tratta di un delitto", spiega a Fanpage.it il consulente ed ex commissario di polizia Celeste Bruno.

La scia di sangue del corpo di Giulia Tramontano
La scia di sangue del corpo di Giulia Tramontano

"Bisogna agire immediatamente soprattutto quando si tratta di donne e bambini. Solo così è possibile guadagnare tempo", continua. "In questo caso non avrebbero dovuto accontentarsi di quanto detto da Impagnatiello. Se è il box era di pertinenza dell'abitazione, non poteva sfuggire perché sarebbe emerso al minimo accertamento".

"Anche se non fosse stato di pertinenza dell'abitazione, sarebbe potuto essere scoperta subito l'esistenza di questo box: sarebbe bastato chiedere agli altri condomini. È possibile che l'idea iniziale fosse quella della scomparsa quindi non è venuto in mente di fare una cosa simile. Se si fosse partiti fin da subito con l'idea di un delitto, si sarebbe bussato porta dopo porta", prosegue l'investigatore.

"Se la presenza di questo box quindi era certificata è un errore, se non lo era rimane comunque uno sbaglio ma in qualche modo giustificabile".

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