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Chiuso il caso Pamiro, il prof di Crema trovato morto in un cantiere: “Non è stata la moglie”

Mauro Pamiro fu trovato morto nel giugno 2020 ai piedi di una palazzina in costruzione, a soli 200 metri da casa. I genitori del professore-musicista, in passato, si sono opposti più volte all’archiviazione: “Qualcuno ha portato lì il cadavere, non è caduto dall’alto”
A cura di Francesca Del Boca
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Il professore Mauro Pamiro morto trovato morto lo scorso giugno in un cantiere
Il professore Mauro Pamiro morto trovato morto lo scorso giugno in un cantiere

Il caso è chiuso: caduta accidentale. Nessun suicidio, nessun omicidio. Finisce qui la complessa vicenda giudiziaria sulla morte di Mauro Pamiro, il professore-musicista di Crema (Cremona) trovato morto nel giugno 2020 in un cantiere a 200 metri da casa. La moglie Debora Stella, principale sospettata, è stata di conseguenza definitivamente scagionata: il gip di Cremona, Giulia Masci, ha disposto infatti l'archiviazione del fascicolo che la vedeva indagata per omicidio volontario. 

La causa della morte di Mauro Pamiro: "Caduta accidentale"

"Un errore di valutazione" di Mauro Pamiro. Ecco, secondo il gip, la causa della morte del professore cremasco, che dopo essersi arrampicato sulla sommità di una casa in costruzione, "potrebbe aver deciso di saltare valutando in modo errato l'altezza dell'edificio". Una scelta dovuta probabilmente alla "alterazione psicofisica legata all'assunzione di cannabis poche ore prima del decesso, e comunque in modo regolare negli ultimi sei mesi di vita".

Una caduta dall'alto e non, come sostenevano i genitori che più volte si sono già espressi contro l'archiviazione del procedimento, la messa in scena di un assassino che, dopo aver ucciso il 44enne, ne avrebbe trasportato il cadavere in quel luogo nascosto.

"Sul cadavere non sono state riscontrate lesioni come segni di pugni, graffi, segni di afferramento, di costrizione tali da avallare la tesi di un'aggressione o colluttazione di Pamiro con terzi", sempre le motivazioni del gip. Senza contare che la "violentissima distrazione del rachide" che ha causato il decesso dell'uomo risulta perfettamente compatibile con l'impatto contro la superficie terrena.

I dubbi dei genitori e i sospetti sulla moglie Debora Stella

"Mauro non si è lanciato dal tetto della palazzina", ha sempre sostenuto il padre del professore trovato morto ai piedi dell'impalcatura di una casa in costruzione, in un cantiere a 200 metri dalla sua abitazione. "Qualcuno ha portato lì il cadavere, non è caduto dall'alto". Adesso, l'archiviazione definitiva. In particolare per la moglie Debora Stella che, in un primo momento, in preda a uno stato confusionale aveva confessato l'omicidio del coniuge (per poi ritrattare immediatamente). "Gli ho dato una legnata in testa, e poi ho chiamato gli amici per pulire il sangue", aveva detto. Ma né le analisi con il Luminol né altre verifiche hanno dato mai riscontro a questa versione.

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