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Chi era Luisa Fantasia, la donna uccisa dalla ‘ndrangheta alla quale Milano ha dedicato un giardino

Da ieri lunedì 14 giugno il giardino in via delle Forze Armate all’angolo con via Mar Nero a Milano è intitolato a Luisa Fantasia, uccisa da due esponenti della ‘ndrangheta il 14 giugno del 1975 nel suo appartamento nel quartiere di Baggio. La sua unica colpa: essere la moglie del brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, Antonio Mascione, che stava indagando sotto copertura sull’arrivo di una grossa partita di eroina, dalla Calabria a Milano. Sei mesi dopo l’assassinio e i funerali di Stato Palazzo Marino le aveva assegnato la medaglia d’oro di civica benemerenza alla memoria.
A cura di Giorgia Venturini
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Il giardino in via delle Forze Armate all'angolo con via Mar Nero a Milano ora è intitolato a Luisa Fantasia, uccisa dalla ‘ndrangheta il 14 giugno del 1975. A quarantasei anni dalla sua morte, la città che l'ha accolta con il marito brigadiere dell'Arma dei carabinieri, Antonio Mascione, ricorda la storia di una moglie e madre rimasta vittima della follia della criminalità organizzata.

Chi era Luisa Fantasia

Luisa, originaria di San Severo, paese in provincia di Foggia, si trasferisce a Milano quando decide di seguire il marito brigadiere al comando provinciale di Milano: lei cresce la loro piccola bimba Cinzia in un appartamento nel quartiere di Baggio a Milano, lui indaga sotto copertura per svelare una grossa partita di droga in arrivo dalla Calabria nelle più importanti piazze di spaccio di Milano. Antonio Mascione scopre ben presto che a gestire il traffico di stupefacenti ci sono due giovanissimi criminali, di cui uno ancora minorenne, legati a una ‘ndrina calabrese. Il brigadiere per incastrare i criminali e rendere più credibile la sua copertura riferisce che sarebbe interessato a comprare quella partita di droga offrendo loro 60 milioni di lire. Ma pochi giorni dopo salta la copertura.

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I due ‘ndranghetisti, che avevano scoperto la vera identità del loro "cliente", quindi fissano un incontro con il brigadiere ma all'appuntamento non si presentano. Si recano invece a casa di Mascione e trovano Luisa con la figlia Cinzia di appena 17 mesi. Quello che successe quel giorno, oggi è ancora difficile da credere: i due criminali si fingono amici di Antonio e così si fanno aprire la porta. Una volta in casa cercano la valigetta con i contanti ma non la trovano: minacciano Luisa ma lei non sa nulla. Non si fanno scrupoli: prima stuprano e poi tagliano la gola alla donna davanti alla piccola Cinzia che piange. Prima di andare rubano tutti i guadagni della famiglia e strappano la fede nuziale dal dito di Luisa. Antonio Mascione scoprirà tutto quando tornerà a casa: Cinzia viene portata al sicuro e lui si mette alla caccia dei due ‘ndranghetisti.

Non passa molto tempo che i colpevoli finiscono in caserma e confessano tutte le loro colpe: nelle loro case i militari trovano i soldi rubati e la fede di Luisa. Per entrambi qualche mese dopo arriva una sentenza di condanna all'ergastolo. Il più grande dei due criminali verrà poi ucciso in carcere da un altro detenuto: la notizie arriva direttamente con una telefonata anonima al brigadiere. Dall'altra parte della cornetta si sente dire: "Giustizia è stata fatta!".

La figlia Cinzia, aveva 17 mesi quando uccisero la madre
La figlia Cinzia, aveva 17 mesi quando uccisero la madre

San Seveso e Milano ricordano Luisa Fantasia

Sia San Severo che Milano ricordano Luisa: il suo paese natale le ha intitolato un intero quartiere e il Comune di Milano il 7 dicembre 1975, sei mesi dopo l'assassinio e i funerali di Stato, le ha assegnato la medaglia d’oro di civica benemerenza alla memoria. Ora la sua città adottiva ha un'area verde che porta il suo nome. Alla cerimonia di intitolazione hanno partecipato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vicepresidente del Municipio 7, Antonio Salinari, il comandante della Legione Carabinieri "Lombardia" Andrea Taurelli Salimbeni e i due figli del brigadiere Ascione: Cinzia la primogenita, miracolosamente scampata ai sicari e Pietro Paolo, nato dalle seconde nozze del padre, e oggi agente della Polizia di Stato.

"L’uccisione di Luisa Fantasia – ha detto il sindaco Sala –  fu un brutale e vigliacco atto di ritorsione che lasciò sgomenti questo quartiere e l’intera città. Erano anni in cui molte giovani famiglie arrivano a Milano con l’intento di costruirsi onestamente il loro futuro. Non fu così per tutti però. Allora come oggi la malavita organizzata era presente e crebbe a discapito dei più deboli e delle persone perbene". E poi ha aggiunto: "Il nostro compito come istituzioni che rappresentano lo Stato, tutte insieme, è di combattere ogni forma di criminalità, sul nascere, impedire che trovi terreno fecondo, specialmente nelle giovani generazioni. Dobbiamo con determinazione insegnare e diffondere la cultura della legalità e del rispetto delle regole. E onorare chi ha perso la vita, facendone un esempio, proprio come Luisa. I bambini della scuola Ercole Ferrario, qui presenti oggi, sono il miglior auspicio di un presente e di un futuro bello e gioioso come lei avrebbe voluto per i suoi figli".

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