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Arrestati Stefania Nobile e Davide Lacerenza

Caso Gintoneria, una escort del locale: “Se Davide Lacerenza non andava a letto con te, non ti faceva lavorare”

Una delle escort che lavoravano all’interno della Gintoneria ha spiegato che Lacerenza non prendeva soldi dalle ragazze, ma cambiava in contanti i pagamenti fatti con la carta. Le donne che entravano nel privé, però, sarebbero state selezionate da Lacerenza, che le avrebbe fatte lavorare solo dopo aver ottenuto da loro prestazioni sessuali.
A cura di Alice De Luca
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In attesa degli sviluppi giuridici, emergono nuovi dettagli su quello che succedeva all'interno della Gintoneria e della Malmaison, i due locali milanesi di via Napo Torriani finiti al centro di un'inchiesta della guardia di finanza, che vi avrebbe scoperto un presunto giro di prostituzione e droga. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il proprietario Davide Lacerenza avrebbe offerto ai suoi facoltosi clienti pacchetti a base di escort, droga e bottiglie di alcolici pregiati. Con lui ai domiciliari sono finiti la "socia occulta", nonché ex compagna e figlia di Wanna Marchi, Stefania Nobile e il suo braccio destro Davide Ariganello.

"Lacerenza e Ariganello erano come il gatto e la volpe" ha spiegato Asia Gianese, influencer da quasi 2 milioni di followers alla trasmissione Lo stato delle cose, "Io sapevo che Ariganello era il cameriere di Lacerenza". Trovandosi spesso in Gintoneria, Gianese finisce per avere una "piccola frequentazione" con Ariganello: "Quando l'ho conosciuto io, lui non si drogava, fumava le canne – racconta la ragazza – ma non faceva uso di cocaina. L'ho rivisto dopo qualche anno e aveva fatto uso non di cocaina ma di una cosa rosa. Per un certo periodo quando ci vedevamo sono anche andata a vivere a casa sua dopo un intervento. In quel momento non avevo voglia di tornare a casa dai miei genitori. Ha una casa umilissima, dove lui teneva tantissime bottiglie di vino. Lui è veramente un appassionato di vino, voleva proprio lavorarci".

Il ruolo di Davide Ariganello all'interno della Gintoneria

Il suo ruolo all'interno della Gintoneria, infatti, riguardava proprio la vendita del vino e delle bottiglie pregiate di alcolici, come ha spiegato la ragazza: "Caratterialmente è uno che sa prendere le persone, che le tira in mezzo: se uno arrivava per la prima volta in Gintoneria riusciva a coinvolgerlo facendogli bere champagne e facendogli comprare le cose. Questo era il suo ruolo". Ma il compito di Ariganello all'interno dei giri del locale non si ferma alla vendita di alcolici: su di lui, come su Lacerenza, pende l'accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (fatto invece non contestato a Nobile). Le indagini, infatti, avrebbero rivelato che Ariganello era coinvolto nella mediazione tra le escort e i clienti dei locali.

Lo ha confermato anche Gianese, che ha raccontato: "Dopo alcuni anni (dalla chiusura della loro frequentazione, ndr) ho ricevuto un messaggio da Ariganello nel quale mi chiedeva se avevo bisogno di un aiuto economico. Mi ha detto che aveva un amico a Milano che aveva bisogno di una bella ragazza. Mi ha proposto un incontro fisico e mi ha detto che mi avrebbe dato una cosa come 2mila euro. Ma ho rifiutato. A volte mi proponeva di andare a fare after in ville affittate dove invitava tante ragazze e nelle quali si festeggiava e ci si drogava. Ma non c'erano persone ricche: a Milano conta quello che fai vedere, non quello che sei".

Il rapporto tra Davide Lacerenza e le escort

É proprio a proposito delle escort, molte persone vicine a Lacerenza (tra cui la findanzata Clotilde Bonizzoni) sostengono che lui non prendesse soldi per le prestazioni delle ragazze, ma che semplicemente cambiasse il denaro per i clienti, prendendo da loro i pagamenti con le carte di credito e restituendo la stessa somma in contanti alle prostitute. Il funzionamento di questi rapporti è stato raccontato da una delle escort della Gintoneria a Lo stato delle cose: "Tu andavi lì, ti metti al tavolo, ti metti d'accordo, o vai fuori dal locale, o ci andavi in bagno, facevi magari un servizietto e il cliente pagava direttamente a te. Chi veniva sapeva già che ci sono le escort. Mi chiamava Davide Lacerenza. Era uno scambio alla pari: tu lo fai bere, fai incassare anche a me, fai più bottiglie e poi tu ti metti d'accordo. La droga era offerta, non venduta: c'era il bilancino già in bagno e a volte c'era già sotto un coperchio, c'era la bamba. Magari qualche ragazza se lo rubava anche e se lo portava a casa. Le ragazze le pagavano i clienti: sappiamo che i ricchi non camminano con i contanti, ti striscia la carta e poi Davide te li dà in contanti". 

Sempre sul rapporto tra Lacerenza e le escort, però, la ragazza spiega anche che alle serate nel privè, la Malmaison, "Partecipavano le escort più belle di Milano, quelle più giovani, quelle che erano magari sull'ala protettiva. Perché magari quella che andava di più a letto con Davide veniva invitata più volte. Tutte se le passava: se Davide non andava a letto con te, non ti faceva lavorare". Un giro, questo, che non piaceva a Stefania Nobile, non indagata per sfruttamento della prostituzione ma, secondo i frequentatori dei locali, perfettamente consapevole di quello che succedeva al loro interno: "Stefania Nobile vedeva le cose, era sempre là e non sopportava queste donne – spiega la escort – Una delle ultime volte che sono entrata le guardava con delle occhiate…".

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