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Bloccati per una notte sul Monte Due Mani, cinque ragazzi milanesi sorpresi dalla neve e dal gelo

Bloccati per una notte a 1.500 metri sul Monte Due Mani. Cinque ragazzi milanesi sorpresi dalla neve sono stati salvati la mattina seguente tra paura e un principio di ipotermia.
A cura di Enrico Spaccini
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Paura, stanchezza e un principio di ipotermia. Questo è quanto cinque ragazzi milanesi si portano a casa da una gita sul Monte Due Mani. Erano partiti nel pomeriggio di domenica 3 aprile con l'intenzione di passare la notte al bivacco sopra Ballabio, nel Lecchese. Tuttavia, le temperature invernali e la neve li hanno portati a sbagliare sentiero. Il soccorso alpino è intervenuto la mattina seguente per riportali a valle.

Bloccati a 1.500 metri

Arrivati in treno da Milano, il gruppo si era incamminato con destinazione baita del Peppo. Arrivati là, i cinque hanno deciso di proseguire verso la cima. Mancavano circa 150 metri quando la neve ha reso una zona impervia con salti e roccette impossibile da superare. Bloccati a 1.500 metri di altitudine, hanno provato a superare la notte nonostante non fossero attrezzati in modo adeguato. Erano passate da poco le 4 del mattino quando hanno capito che da soli non ce l'avrebbero fatta. Chiesto aiuto, si è attivato subito il Soccorso alpino.

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"Pensarci prima significa salvarsi la vita"

Il primo tentativo è stato fatto con l'elisoccorso. Tuttavia, le condizioni meteorologiche che avevano già messo in difficoltà i ragazzi hanno impedito anche il volo dell'elicottero dell'Agenzia regionale emergenza urgenza di Como. Poco dopo, intorno alle 5:30, tre squadre del Soccorso alpino, della Stazione di Lecco della XIX delegazione lariana e dei Vigili del fuoco sono riusciti a raggiungere i cinque ragazzi e a iniziare a riportarli a valle. In un post su Facebook, il Soccorso alpino e speleologico Lombardia (Cnsas) ha confermato che stanno tutti bene. Solo uno del gruppo è sotto osservazione medica per un principio di ipotermia. Alla fine, il Cnsas ha ricordato i pericoli che può portare una montagna che non si conosce, ribadendo come non si deve "mai sottovalutare l’importanza dell’abbigliamento, delle calzature e di tutto l’equipaggiamento che può servire per affrontare le ore all’aperto, magari anche di notte, in seguito a qualche imprevisto. Pensarci prima significa salvarsi la vita".

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