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Bimba di 11 anni morta in piscina mentre era in gita con l’oratorio a Inzago: quattro persone a processo

Quattro persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per la morte della bambina di 11 anni che nel giugno del 2024 annegò nella parco acquatico Acquaneva di Inzago (Milano), mentre era in gita con l’oratorio. Tra gli imputati ci sono il parroco di Caravaggio, il rappresentate legale della società che gestisce la piscina, una dipendente e il responsabile della sicurezza. La procura dei minori sta invece valutando la posizione del bagnino, all’epoca dei fatti 17enne.
A cura di Alice De Luca
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Quattro persone sono state rinviate a giudizio nel processo per la morte della bambina di 11 anni che nel giugno del 2024, durante una gita organizzata dall'oratorio di Caravaggio (in provincia di Bergamo), si sentì male mentre nuotava nel parco acquatico Acquaneva di Inzago, in provincia di Milano. Morì poco dopo all'ospedale di Bergamo. Gli imputati sono accusati di omicidio colposo nella forma omissiva, cioè quando la morte dipende da un'azione doverosa che non è stata compiuta. Tra i rinviati a giudizio, che compariranno davanti al giudice nell'udienza preliminare del 29 ottobre, c'è Andrea Piana, il parroco di Caravaggio, il datore di lavoro del bagnino 17enne in turno quel giorno, una dipendente e il responsabile della sicurezza.

L'accusa contesta al prete 46enne è di non essersi informato a sufficienza con i genitori sulla capacità di nuotare della bambina e di non aver sorvegliato il gruppo di bambini, "allontanandosi appena giunti al parco acquatico allo scopo di recarsi nel bar del parco per consumare un caffè". Al pm, il parroco ha detto di essersi preso una pausa al chiosco che si trovava a pochi metri di distanza solo dopo aver sistemato i ragazzi.

Con il prete è imputato anche il 62enne veronese Maurizio Residori, rappresentante legale della Tvr Srl in liquidazione, che gestisce la struttura del parco acquatico. L'uomo, in qualità di datore di lavoro, è ritenuto dai pm responsabile per la mancata formazione professionale dei bagnini e degli addetti alla sicurezza. Sul banco degli imputati salirà anche Mara Invernice, 36enne di Milano, dipendente del parco e ritenuta responsabile per non aver acquisito la delega per lo scarico delle responsabilità da parte dei genitori, prevista per i minori di 14 anni che accedono alla piscina. Infine Luca Riva, 51enne di Milano, è imputato come responsabile delle norme di sicurezza. La Procura dei Minori sta invece ancora valutando la posizione del bagnino, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni.

All'udienza del 29 ottobre i genitori della bambina hanno intenzione di costituirsi parti civili, a meno che non si raggiunga prima un accordo con le assicurazioni. L'avvocato della madre, Francesco Giuseppe Vivone, ha detto: "Stiamo cercando una transazione per evitare loro il dolore di riascoltare la narrazione dei fatti e per permettere di potersi ricostruire una vita".

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