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Bergamo, la Procura apre un fascicolo sul corteo improvvisato sotto casa del sindaco Giorgio Gori

La Procura di Bergamo aprirà in giornata un fascicolo per indagare sulla manifestazione dello scorso giovedì 5 novembre che da piazza Matteotti si è recata, senza autorizzazione, sotto casa del sindaco Giorgio Gori. La Questura orobica ha già denunciato venti persone tra organizzatori e manifestanti.
A cura di Filippo M. Capra
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Nelle prossime ore la Procura di Bergamo aprirà un'inchiesta sul corteo non autorizzato che da piazza Matteotti, sede del municipio di Bergamo, nella serata di giovedì 5 novembre si è spostata senza permesso in direzione di Bergamo Alta, giungendo sin sotto casa del sindaco Giorgio Gori.

Denunciate venti persone, tra gli organizzatori anche esponenti di Casa Pound

Centinaia di persone si erano radunate per protestare contro il lockdown e l'istituzione di una zona rossa in Lombardia, come stabilito dal nuovo Dpcm, contestando il primo cittadino che, però, non ha responsabilità in merito. Tra cori e striscioni, i manifestanti sono arrivati sotto la finestra dell'abitazione di Gori, ben protetta dalle forze dell'ordine. La decisione della Procura arriva dopo la denuncia da parte della Questura di Bergamo nei confronti di venti persone, tra organizzatori e partecipanti, per manifestazione non autorizzata. Tra coloro che sono scesi in strada e hanno dato vita al corteo, anche diversi esponenti di Casa Pound e dell'estrema destra, molti negazionisti e diversi commercianti, che dovranno anche rispondere della violazione del Dpcm e, dunque, del coprifuoco in vigore. Secondo quanto ricostruito al momento, la protesta sarebbe stata organizzata online, sui social network.

Il sindaco Gori: Grave indicare un bersaglio per interesse di parte

Il sindaco di Bergamo, che durante la serata non aveva risposto ai manifestanti, ha condannato il gesto la mattina seguente su Facebook con un lungo post. Il primo cittadino ha reso noto di comprendere "la preoccupazione – in alcuni casi la disperazione – di chi vive della propria attività e teme in queste ore che la nuova chiusura possa darle il colpo di grazia". Poi, si è concentrato sulla necessità di evitare di giocare sul dolore delle persone da parte di alcune forze politiche: "In un momento come questo, con tanta gente angosciata per il proprio futuro, buttare benzina sul fuoco, indicare un bersaglio solo per interesse di parte, è a mio parere grave e piuttosto pericoloso. Perché nessuno può dirsi sicuro di governare quella protesta, una volta che l’ha scatenata".

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