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Aveva migliaia di immagini e video pedopornografici: arrestato un 28enne in provincia di Varese

Un uomo di 28 anni è stato arrestato in provincia di Varese. La polizia postale lo ha colto in flagrante in possesso di un archivio di migliaia di foto e video pedopornografici. Materiali che scambiava e diffondeva online e che “collezionava” con cura da anni. Si trova ora nel carcere di Busto Arsizio.
A cura di Simone Gorla
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Per anni aveva scambiato e diffuso online materiale pedopornografico, fino a collezionare un "archivio" di migliaia di immagini e video, in forma di vero e proprio album. Gli investigatori della polizia postale e delle comunicazioni di Varese, al termine di una perquisizione compiuta su delega dalla Procura di Milano, hanno arrestato in flagranza un 28enne per detenzione di materiale pedopornografico.

Aveva un archivio di migliaia di immagini pedopornografiche: arrestato 28enne

L'indagine è stata avviata su impulso del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) della polizia postale. Tutto è partito da una segnalazione arrivata nell'ambito della cooperazione internazionale in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori online. L'uomo aveva accumulato nel corso degli anni tantissimo materiale, foto e video anche raffiguranti bambini anche in tenera età. È stato tratto in arresto e associato alla casa circondariale di Busto Arsizio, a disposizione del pubblico ministero.

Una settimana arrestato un 25enne a Roma

Una settimana fa a Roma è stato arrestato e messo ai domiciliari un 25enne che gestiva numerosi account falsi attraverso i quali scambiava centinaia di foto e video hot che ritraevano minori con altri utenti in rete. All'interno dei dispositivi gli investigatori hanno trovato centinaia di foto e video pedopornografici.

Le indagini della polizia postale sulle rete di pedofili in tutta Italia

Nell'estate del 2020 in una vasta operazione la polizia postale aveva sgominato una rete di pedofili italiani che scambiavano materiale pedopornografico su una nota piattaforma di messaggistica. Le immagini venivano realizzate anche da adolescenti e vendute online con un ‘listino prezzi’ per ogni prestazione richiesta. L'indagine era partita dalle segnalazioni dei genitori delle ragazzine coinvolte.

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