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Aumentano i ricoveri in Lombardia, rianimatori: “Pronti a riattivare 500 posti letto”

Il coordinamento dei reparti di terapia intensiva di tutti gli ospedali della Lombardia ha scritto una lettera indirizzata alla Regione in cui mostra la preoccupazione per il rischio di una terza ondata: “È necessario non occupare letti di terapia intensiva per altre attività sanitarie non Covid – scrivono i rianimatori – ed essere pronti a riattivare cinquecento posti letto”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Un reparto di terapia intensiva (foto di repertorio)
Un reparto di terapia intensiva (foto di repertorio)

"Non occupare letti di terapia intensiva per altre attività sanitarie non-Covid ed essere pronti a riattivare cinquecento letti con il livello massimo di assistenza per i malati di Coronavirus in un tempo strettissimo di 48 ore": a chiederlo, in una lettera inviata alla Regione, è il coordinamento dei reparti di terapia intensiva di tutti gli ospedali della Lombardia. Nel documento, riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", i rianimatori elaborano una analisi in cui si evince la preoccupazione per una possibile terza ondata sostenuta dall'aumento del numero dei ricoveri che, in questi ultimi giorni, sta interessando tutto il territorio.

Nelle ultime settimane sono aumentati i nuovi ingressi negli ospedali

Ed è proprio l'incremento degli ingressi negli ospedali uno dei parametri che rischia di far passare la Regione in zona rossa. Nella lettera gli specialisti confrontano il picco dei ricoveri raggiunto nella seconda ondata con i numeri registrati in questa terza fase: il 22 novembre infatti si sono avuti mille ricoveri in terapia intensiva. E nonostante ieri, mercoledì 13 gennaio, i posti occupati siano stati la metà con 462 pazienti in rianimazione ad aumentare sono i nuovi ingressi negli ospedali. Rispetto all'1 gennaio, quando nei reparti le persone con Covid erano 3.352 con 487 pazienti in terapia intensiva, il 13 gennaio si è arrivati a registrare 3.651 ricoveri.

I rianimatori: Non convertire alcun letto all'attività di routine

Come spiegato da Corsera, a fronte dell'aumento dei ricoveri, i responsabili dei reparti più esposti chiedono di non riconvertire – almeno per il momento – alcun letto all'attività di routine: "Prima aumentano i ricoveri, poi le terapie intensive, poi i decessi. Oggi, visto che l’onda è ripartita, il tema è: in che proporzioni esploderà?". E proprio per questo motivo, considerato che il rischio si fa ogni giorno più alto, invitano Regione a riflettere sulla possibilità che possano essere impiegati tutti i letti per pazienti Covid.

La smentita del coordinamento delle terapie intensive

Dopo la notizia sulla richiesta di riattivare cinquecento posti letto in 48 ore, lo stesso Coordinamento delle Terapie Intensive ha smentito di aver inviato alla Regione una lettera simile: "Non esiste alcun documento riservato", si legge in una nota stampa. Il Coordinamento poi specifica che è vero che si sta predisponendo un piano di espansione che prevede la possibilità di aumentare il numero di posti dedicati ai pazienti Covid, ma che non è stata data nessuna indicazione relativamente alla possibilità di non riconvertire alcun letto all'attività di routine: "Anzi il numero di letti intensivi per pazienti no Covid è progressivamente aumentato".

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