Attilio Fontana spiega perché la Polizia ha agito correttamente durante il fermo di Bakayoko
Nonostante lo stesso calciatore alla fine abbia lamentato le modalità con cui è stato fermato e perquisito, il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, difende l'operato degli agenti della Questura di Milano nei confronti di Tiémoué Bakayoko.
Il fermo di Bakayoko
La vicenda è ormai nota a tutti: il 3 luglio il giocatore del Milan è stato fermato da una volante e i poliziotti gli hanno puntato le pistole contro. Quando hanno scoperto la sua identità, hanno immediatamente e radicalmente cambiato atteggiamento.
La Questura ha spiegato, anche contattata da Fanpage.it, di essere intervenuta in base alla segnalazione di una sparatoria e che quindi quelle modalità fossero previste dalla possibilità che i fermati fossero armati.
Resta ancora da chiarire per quale motivo, allora, abbiano subito cambiato atteggiamento non appena hanno scoperto di aver fermato un calciatore di serie A, come se automaticamente questo non potesse essere ugualmente il sospettato.
L'intervento di Attilio Fontana
Il Presidente della Regione Lombardia è però sicuro che gli agenti abbiano agito correttamente. E lo ha comunicato pubblicamente: "Il protocollo è quello. Purtroppo è arrivata la segnalazione di un suv di quel colore, con una persona che aveva le sue caratteristiche, quindi la polizia deve fermare. Una volta accertato che non c'entrava niente grazie e arrivederci", ha commentato Attilio Fontana.
Più cauto è stato, invece, il Sindaco di Milano che ha dichiarato di aver "visto il video ma non aver ancora parlato con il questore". "Quindi – ha aggiunto Beppe Sala – non saprei commentarlo e non vorrei dire cose improprie. Sentirò il Questore".