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Appalti truccati nel Bresciano, arrestato il sindaco: “Così avrebbero pilotato i bandi e aggirato le norme”

Avrebbero bandito gare d’appalto con requisiti specifici e volti a favorire imprese piuttosto che altre. In particolare, nonostante un’azienda del luogo avesse vinto la gara per rifornire di materiali edili il Comune, i lavori sarebbero stati svolti da un’altra impresa: quella di famiglia del sindaco, di cui è socio al 45 per cento. Ecco quindi come sarebbero stati truccati gli appalti a Berzo Demo.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Elevata spinta criminale degli indagati": sono queste le parole utilizzate dal giudice per le indagini preliminari di Brescia che ha fatto eseguire l'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Berzo Demo (Brescia) Giovan Battista Bernardi e del responsabile del servizio del settore tecnico Manutentivo e del patrimonio del Comune di Berzo. Nell'inchiesta sono indagate altre tre persone: un imprenditore, il segretario comunale e un dirigente. Le accuse sono di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. In particolare, secondo la Procura di Brescia, sarebbe stato messo in piedi un sistema il cui obiettivo sarebbe stato quello di truccare i bandi.

Le accuse nei confronti del sindaco

Le accuse nei confronti del sindaco (al suo secondo mandato), su cui le indagini sono partite a seguito di alcune segnalazioni da parte di cittadini e della minoranza in consiglio comunale, fanno riferimento ad alcune gare avvenute tra il 2018 e il 2021. Dopo che in consiglio comunale erano emerso alcuni malumori circa il fatto che  che l'azienda di famiglia del sindaco (di cui è socio al 45 per cento) si occupasse del rifornimento di materiali edili per lo stesso Comune, erano state bandite altre gare per affidare questo lavoro ad aziende terze. Dalle indagini è però emerso che un primo bando era stato bandito nel 2017, ma con requisiti molto stringenti così da consentire a un'unica impresa di poter partecipare. Società che ha poi vinto il bando, ma che nonostante questo non si sarebbe mai occupata dei rifornimenti al Comune che invece sarebbero stati portati avanti proprio dall'impresa di famiglia del sindaco. Un fatto simile è poi avvenuto tra il 2020/2021. In quell'occasione, veniva predisposto un bando aperto così da poter consentire l'aggiudicazione sempre alla stessa impresa che, secondo il principio di rotazione previsto dalle normative, non avrebbe potuto aggiudicarsi nuovamente i lavori. In questo modo sarebbero stato possibile portare avanti il sistema messo in piedi.

Gli altri appalti truccati

Un ruolo molto rilevante avrebbe avuto il responsabile dell'ufficio tecnico del Comune. Nei suoi confronti le accuse sono diverse: oltre alle gare per favorire l'azienda che avrebbe "schermato" quella del sindaco, avrebbe truccato gli appalti per affidare i servizi di pulizia degli immobili comunali per il triennio 2021-2024. L'obiettivo era quello di favorire una cooperativa che aveva già vinto il bando nel triennio precedente. Il modus operandi adottato in questa occasione è lo stesso utilizzato per altri due episodi: in ogni caso sarebbero state portate avanti proroghe tecniche o bandite gare d'appalto aperte per aggirare il principio di rotazione – previsto dalle norme – o ancora inseriti requisiti per favorire alcune imprese a discapito di altre. Nel caso della Onlus, nonostante questi e altri mezzi per favorirla (come nominare una commissione di comodo che avrebbe poi valutato le offerte), l'associazione non è riuscita a giudicarsela.

Quanto fatto per l'associazione, è stato fatto anche per il noleggio e la gestione di una stampante multifunzione e per il sistema di videosorveglianza comunale. In questo caso specifico, sarebbe stato inserito un'atto in cui si faceva riferimento all'alta specializzazione tecnica richiesta e all'opportunità di affidare l'appalto all'impresa che già conosceva la rete informatica comunale. Non solo. Il responsabile avrebbe, sempre secondo quanto scoperto dagli inquirenti, addirittura offerto di compilare lui l'offerta al comune. Dalle intercettazioni sarebbe emerso come il responsabile  sapesse aggirare le norme e in particolare il meccanismo di rotazione. Sempre lui è indagato poi insieme al segretario comunale perché in un verbale avrebbero scritto che quest'ultimo era presente a una giunta comunale pur non essendoci.

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