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Appalti truccati al cpr di Milano: perquisizioni della Guardia di Finanza

Le Fiamme Gialle hanno fatto perquisizioni e acquisito documentazione al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli a Milano.
A cura di Giorgia Venturini
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Immagine di repertorio
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Ispezioni da parte dei finanziari del Comando provinciale di Milano al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli a Milano: qui le Fiamme Gialle hanno svolto perquisizioni e acquisito documentazione.

Stando alle prime informazioni, al vaglio degli inquirenti ci sono ipotesi investigative riguardanti episodi di frodi nelle pubbliche forniture e la turbata libertà degli incanti. Si sta procedendo – come spiega il procuratore Marcello Viola – alla notifica delle informazioni di garanzia, oltre che per le responsabilità personali in ordine ai citati reati.

E ancora: al vaglio degli inquirenti ci sono da verificare "responsabilità amministrative in enti in relazione agli illeciti penali commessi dal management della società a vantaggio di quest'ultima". Infine il procuratore Viola aggiunge: "Si evidenza che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo dove intervenga sentenza irrevocabile di condanna".

Le denunce contro il cpr raccolte da Fanpage

Il Centro per il Rimpatrio di Milano è stato al centro di fatti di cronaca raccontati da Fanpage.it. Lo scorso novembre l'avvocata Simona Stefanelli, che ha difeso un migrante di 31 anni peruviano, ha spiegato che il suo assistito il 9 ottobre era finito nel cpr di via Corelli a Milano "nonostante abbia mostrato i suoi documenti a chi di competenza per spiegare che non doveva stare nel Cpr".

L'avvocata ha sottolineato infatti che il 31enne era entrato regolarmente sul territorio nazionale nel 2017. Nulla quindi spiegherebbe la decisione di rimpatrio. Il legale Stefanelli aveva quindi presentato ricorso.

Non sono mancate nel corso dei mesi denunce legate alle condizioni igieniche sanitarie all'interno del centro. A maggio varie associazioni – tra cui gli attivisti di Mai più Lager – avevano documentato con foto la presenza di piccoli vermi bianchi nei pasti serviti ai migranti. Tante le pesanti critiche e richieste pressanti di chiusura: i volontari e gli ospiti del centro hanno sempre lamentato condizioni di degrado e soprusi.

E ancora: lo scorso settembre sempre la rete di realtà Mai più Lager – No ai Cpr ha pubblicato sul suo canale Instagram un video che è stato girato all'interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di Milano. Le immagini mostrano un ragazzo che è in evidente difficoltà: fa infatti fatica a restare in piedi.

Il giovane è stato ripreso mentre barcolla nel cortile del centro fino ad accasciarsi al suolo. Gli attivisti hanno raccontato che era stato anche sottoposto ad alcune "punture" tanto da rimanere "privo di conoscenza per alcuni giorni".

Il protagonista del filmato condiviso era Bilal (nome di fantasia usato dalla rete di realtà): il ragazzo, dopo l'intervento del suo legale e le segnalazioni delle associazioni al Garante nazionale, è stato poi liberato.

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