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Alessia Pifferi, chiesto il processo per l’avvocata e le psicologhe: “Elaborato un piano per evitare l’ergastolo”

Il pm di Milano Francesco De Tommasi ha chiesto il rinvio a giudizio per l’avvocata Alessia Pontenani, il consulente psichiatrico della difesa e 4 psicologhe. Per l’accusa, i sei avrebbero messo in atto un “piano” per far credere che Alessia Pifferi fosse “affetta da un ritardo mentale grave” per evitarle l’ergastolo.
A cura di Enrico Spaccini
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Alessia Pifferi con l'avvocata Alessia Pontenani
Alessia Pifferi con l'avvocata Alessia Pontenani
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La Procura di Milano ha chiesto il processo per sei persone accusate di aver contribuito a un "piano" per aiutare Alessia Pifferi a sviare indagini e processo fingendo di essere "affetta da un ritardo mentale grave" per evitare almeno l'ergastolo. Il gip dovrà decidere se rinviare a giudizio la legale della 39enne, Alessia Pontenani, il consulente psichiatrico della difesa, Marco Garbarini, le psicologhe del carcere San Vittore, Paola Guerzoni e Letizia Marazzi, e altre due professioniste, Federica Martinetti e Maria Fiorella Gazale. È stata stralciata la posizione di un'altra professionista inizialmente indagata, Veronica Nisticò, che ha chiesto di accedere alla messa alla prova. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo: favoreggiamento, false dichiarazioni all'autorità giudiziaria, falsa testimonianza, falso in atto pubblico e falso commesso da incaricati di pubblico servizio.

Pifferi era stata condannata all'ergastolo a maggio del 2024 per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, dopo che una perizia aveva attestato la sua capacità di intendere e di volere. Nei confronti della donna si è aperto il processo in Appello lo scorso gennaio ed è stata disposta una nuova perizia.

La "falsa" attestazione del "deficit grave" di Pifferi

Stando a quanto ricostruito dalle indagini condotte dal nucleo investigativo della polizia penitenziaria e coordinate dal pm Francesco De Tommasi, in una relazione del 3 maggio 2023 sarebbe stato attestato "falsamente" che Pifferi avesse un "quoziente intellettivo" di 40 e quindi un "deficit grave" con "scarsa comprensione delle relazioni di causa ed effetto e delle conseguenze delle proprie azioni" e annotati falsi "colloqui" nel "diario clinico" della 39enne in carcere.

Per il pm, questo sarebbe servito per creare i "presupposti clinici" per somministrare a Pifferi il test psicologico di Wais predisponendo "protocolli" con "i punteggi già inseriti". L'obiettivo era farle avere la "agognata perizia psichiatrica".

Gli altri atti messi in discussione e la testimonianza della Mantide della Brianza

La Procura contesta anche la veridicità della consulenza di parte del 10 settembre 2023, firmata da Marco Garbarini, che aveva diagnosticato un "disturbo dello sviluppo intellettivo moderato" e conseguente "vizio parziale di mente". Oltre agli atti depositati dalla difesa nel corso del processo, il pm contesta anche l'accusa mossa contro lo psichiatra del Policlinico durante la perizia disposta dalla Corte dìAssise di Milano, secondo il quale la 39enne avrebbe simulato "vanamente, disturbi psichici e neuropsicologici in realtà inesistenti".

A sostegno delle proprie accuse, il pm De Tommasi ha portato anche la testimonianza di Tiziana Morandi, con la quale Pifferi ha condiviso la cella. La "Mantide della Brianza" aveva raccontato che in più occasioni la 39enne le avrebbe detto "non possiamo più parlare di niente, devo fare la mongoloide perché ci sono cimici dappertutto" e manifestato l'intenzione di fare la "fuori di testa".

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