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Scoperta l’identità del padre di Diana Pifferi, la bimba morta di stenti: chi è e cosa fa

Sarebbe un piccolo imprenditore di Ponte Lambro, che vive vicino alla casa dove Diana è stata abbandonata e ritrovata senza vita dopo una settimana. Prima della tragedia la 37enne aveva intenzione di chiedere il riconoscimento della figlia per ottenere l’assegno di mantenimento.
A cura di Francesca Del Boca
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Sono andati a cercarlo chissà dove, e invece era lì. A due passi dalla casa dove è morta la piccola Diana, la piccola di 18 mesi abbandonata dalla madre per una settimana e ritrovata senza vita. 

Un piccolo imprenditore della zona

È un piccolo imprenditore di Ponte Lambro, estrema periferia est di Milano, il padre misterioso di Diana. E prima della tragedia Alessia Pifferi aveva intenzione di chiedere all'uomo il riconoscimento della figlia, per ottenere l'assegno di mantenimento.

Sarebbe infatti un professionista abbastanza facoltoso: un sostegno economico prezioso per una donna che invece, nonostante le aspirazioni di un tenore di vita "da star della televisione", non aveva un lavoro e sopravviveva con i soldi inviati dalla madre in Calabria.

Il padre di Diana non è ignoto

Insomma, il padre di Diana ha un nome e un cognome ben precisi e soprattutto noti alla 37enne, che fin da subito ha sempre dichiarato di non conoscerne l'identità. Un'altra bugia, anche questa raccontata con il fine di proteggere quella nuova relazione con l'elettricista di Leffe ("È l'uomo giusto", avrebbe dichiarato più volte).

Il quale, come aveva spiegato agli inquirenti, era venuto al corrente dell'esistenza di Diana solamente nel momento in cui era nata, nel bagno della propria abitazione nella Bergamasca. "Non mi aveva detto di essere incinta", disse. "Avevo ovviamente dei sospetti, per la pancia e per l'assenza del ciclo mestruale. Ma lei negava, negava di continuo".

L'esame tossicologico sul latte della bambina

Intanto Alessia Pifferi si trova ancora reclusa a San Vittore con l'accusa di omicidio volontario, in attesa dell'esito dell'esame tossicologico che accerterà se nel biberon lasciato di fianco alla figlia di 18 mesifossero contenute benzodiazepine: un'informazione fondamentale, che aiuterà a comprendere se la piccola sia morta di stenti o se sia stata narcotizzata dalla madre, prima di essere abbandonata per una settimana da sola.

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