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Abusi sessuali su un 15enne, processo d’appello per don Galli: “Evidente la sofferenza del ragazzo”

È iniziato a Milano il processo d’appello che vede imputato don Mauro Galli, ex parroco dell’oratorio di Rozzano, nell’hinterland di Milano, accusato di aver abusato sessualmente di un ragazzo che all’epoca dei fatti aveva 15 anni. In primo grado don Galli è stato condannato a sei anni e quattro mesi. “La sofferenza della parte lesa è stata così evidente che non c’era necessità di fare appello”, ha detto la sostituta procuratrice generale, che ha chiesto la conferma della condanna. “Mio figlio sta cercando di voltare pagina”, racconta la madre del ragazzo a Fanpage.it.
A cura di Francesco Loiacono
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Don Mauro Galli
Don Mauro Galli

Si chiuderà il prossimo 5 luglio, con la sentenza, il processo d'appello che vede imputato don Mauro Galli. L'ex parroco dell'oratorio di Rozzano, nell'hinterland di Milano, risponde dell'accusa di aver abusato sessualmente di un ragazzo che all'epoca dei fatti – era il dicembre del 2011 – aveva 15 anni. In primo grado don Galli è stato condannato a sei anni e quattro mesi di carcere, e la sostituta procuratrice generale Bianca Bellucci, nel corso dell'udienza che si è tenuta a porte chiuse martedì 22 giugno, ha chiesto ai giudici della prima sezione della Corte d'appello di Milano di confermare in toto la condanna: "La sofferenza della parte lesa è stata così evidente che non c’era necessità di fare appello". La pensa diversamente l'avvocato Mario Zanchetti, legale di don Galli: nella mezz'ora in cui ha preso la parola ha chiesto l'assoluzione del suo assistito o, in subordine, la concessione delle attenuanti generiche.

Il ragazzo che venne abusato da don Galli non era presente in aula

"Ha fatto il suo lavoro, ma mentre parlava ho avuto un nodo allo stomaco", racconta a Fanpage.it la madre del ragazzo. Suo figlio non era presente in aula: "Ha scelto di non venire e non ha voluto che se ne parlasse. In questi due anni (dalla sentenza di primo grado, ndr), il percorso che ha seguito con il suo psicoterapeuta lo ha portato a scegliere di voltare pagina. Sta guardando al suo futuro, sta meglio, ha una ragazza e lavora. È sempre in una condizione di fragilità, ma vuole uscire di scena". Da quel dicembre 2011 Fausto (nome di fantasia, ndr) ha dovuto affrontare tanti problemi, tra cui un disturbo post-traumatico da stress certificato dai medici ma che l'avvocato di don Galli ha negato, sulla base di perizie di parte, durante la sua arringa. "L'avvocato ha cercato di instillare tra i giudici il ragionevole dubbio, presentando però una versione parziale dei fatti", spiega la madre di Fausto a Fanpage.it. Su quale potrà essere l'esito del processo d'appello, la donna è dubbiosa: "Razionalmente mi aspetto che la condanna venga confermata, perché non sono stati presentati elementi differenti rispetto al primo grado. Ma emotivamente essere stata presente per mezz'ora a una ricostruzione parziale dei fatti mi ha fatto venire qualche dubbio: io so come è andata e conosco tutti i certificati e le prove che sono state prodotte, spero che anche i giudici analizzeranno bene la vicenda".

Don Galli è stato assolto dalla Chiesa

Se sul fronte della giustizia ordinaria il processo d'appello si concluderà il 5 luglio, dal punto di vista canonico la Chiesa ha praticamente già "assolto" don Galli, anche se non con formula piena: "Abbiamo chiesto gli atti del processo canonico, che ci sono stati negati. Non c'è stata volontà di approfondire la vicenda", spiega la madre di Fausto. La decisione del tribunale ecclesiastico ha compromesso ancora di più i rapporti tra la famiglia del ragazzo, molto religiosa, e le gerarchie della Chiesa: "A gennaio di quest'anno abbiamo incontrato l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini (che sarebbe venuto a conoscenza dei presunti abusi di don Galli senza denunciare l'accaduto, ma spostandolo anzi in un'altra parrocchia, a contatto con altri ragazzini, ndr): non ha proferito parola. Ci ha solo detto che ‘si poteva scrivere un'altra storia' e che non aveva la minima idea di come fare ad affrontare il tema che gli avevamo posto, ossia cosa si può fare per recuperare la fede delle vittime degli abusi dei preti. Non è mutata in nessun modo la mia fede nei confronti di Dio, ma nei confronti della Chiesa in quanto uomini di Chiesa c'è sempre più distanza".

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